È un luogo comune ritenere che Shakespeare e Pirandello non avranno dei degni eredi e che la linfa del teatro, a rischio di estinzione, potrà essere solo la scrittura dei grandi autori del passato. Sono gli stessi addetti ai lavori a giudicare il panorama teatrale contemporaneo insoddisfacente, capace di sorreggersi solo se alimentato di classicità.
Maria Gabriella Giovannelli, cercando di sfatare questo pensiero diffuso, ha ideato il Concorso Europeo di Drammaturgia per Giovani (tra i 15 e i 30 anni) intitolato alla memoria di Ernesto Calindri che, giunto ormai alla settima edizione, dimostra, una volta di più, che i giovani hanno ancora il desiderio e la capacità di esprimersi con la parola scritta per raccontare sentimenti, emozioni e passioni in maniera prosaica e non solo mediante sms o abbreviazioni in codice. Dopo aver passato in rassegna i numerosi testi iscritti al bando di concorso, Giovannelli, avvalendosi anche dell'ausilio di altri nomi prestigiosi del mondo della cultura come Ugo Ronfani, Vito Molinari, può stilare un bilancio più che positivo in termini di partecipazione e di qualità: «Cè stato uno sviluppo della scrittura creativa tra i giovani da considerarsi qualitativamente valida». I
vincitori del Concorso avranno la preziosa opportunità di vedere i loro lavori sulla scena, confrontandosi con un pubblico autentico e senza mai essere abbandonati durante il percorso di crescita artistica. «Per le prossime edizioni - racconta Giovannelli - vorremmo più finanziamenti per offrire spazi alternativi dove incontrare sì una vera platea ma anche una valida critica». Gli argomenti affrontati sono relativi al sociale: la tossicodipendenza, la bulimia o lanoressia o ancora le malattie mentali. Molti hanno affrontato la dicotomia bene-male affrontando la dimensione diabolica delluomo e la sua propensione al male ma anche la sua capacità di grandi sentimenti.
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