Cronache

Il premio Tre Olive a due aziende di Pigna e Stellanello

A Massimo Allavena di Pigna (Im) e al San Damiano di Stellanello (Sv) il premio Tre Olive, ancora al San Damiano il premio come migliore extravergine biologico così come ad Allavena di Pigna il premio come migliore extravergine monocultivar, a Ranise di Imperia il premio come miglior extravergine dop e per finire a Risso di Andora il premio come miglior extravergine più conveniente. Questi sono i magnifici 4 produttori della Liguria che si sono aggiudicati i migliori voti nella Guida agli extravergini 2006, Slow Food editore, 14 euro. La pubblicazione giunta alla sesta edizione, in libreria fra pochi giorni, ha recensito 605 aziende in tutta Italia esaminando ben 810 oli. Un record. Anche il premio le Tre Olive, il simbolo più prestigioso, ha raggiunto le 34 segnalazioni quota massima mai raggiunta.
Soddisfazione per gli esperti del sodalizio con sede a Bra che hanno riscontrato un salto di qualità deciso per la produzione made in Italy e hanno avuto non poche difficoltà nell’assegnare i premi speciali regionali che pongono in risalto la migliore produzione biologica, a Dop, monocultivar e il rapporto qualità prezzo. Per la nostra regione nonostante la stagione difficile si è registrato un incremento di aziende segnalate segno che gli olivicoltori hanno intrapresa la giusta strada sposando la qualità soprattutto per quanto riguarda il periodo di raccolta e le operazione di frangitura. Al vertice delle aziende classificate si confermala Toscana (115), seguita da Sicilia (77), Campania (46). La vera novità però viene dal Nord Italia con il Veneto (43) a ridosso dei tre giganti di sempre, il Friuli (15) che raddoppia i consensi. Valentino Veglio di Moncalvo d’Asti passerà alla storia per aver fatto salire sul podio di una guida fino a qualche anno fa impensabile il Piemonte segno di mutati assetti agricolo-economici le nostre regioni. La Calabria, colosso olivicolo ha finalmente raggiunto l’eccellenza con il primo doppio Tre Olive con l’azienda Del Carmine di Ancona.
Come spesso accade le valutazione delle guide creano perplessità ma questa opera di Slow Food, giunta alla sua sesta fatica, ha avuto l’importante compito di stimolare produttori sensibili alla qualità e di creare nuovi e numerosi adepti a tastimonianza di come l’olio extravergione d’oliva italiano stia sempre più conquistando nuovi mercati grazie alla sua spiccata tipicità. Si tratta di un passaggio molto importante che in zone come la Toscana hanno visto questo prodotto prima al traino dei vini e oggi quasi elemento trainante.

Una speranza in più per la Liguria dove la produzione di qualità dell’olio extravergine d’oliva potrebbe fare da volano al mercato del vino.

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