Prendere le distanze da Silvio ormai è la sua parola d'ordine

di Bettino Craxi

C’è una linea di Fini nei confronti di Berlusconi e di Forza Italia che è ormai assolutamente evidente. È figlia della furbizia e dell'ingratitudine prima ancora che dell’ambizione. La parola d'ordine è: «prendere le distanze».
Coerentemente egli lo fa in ogni occasione che si presenta. Il giorno dopo accetta di aggiustare le cose ma intanto ha lasciato il segno. Che cosa c’è al fondo di questa linea di condotta? Interessi rivali? No di certo. Fini non può aspirare ad alte cariche dello Stato né ad assumere la guida della coalizione di opposizione. Bisogno di identità e di autonomia di Alleanza Nazionale? Una cosa senza senso almeno nei confronti di Forza Italia, che ha compiuto a suo tempo, con tutti gli oneri relativi, e ha continuato a garantire sulla parola una operazione di sdoganamento interno ed internazionale in piena regola di una forza politica che, benché non più ghettizzata, permaneva ancora del tutto isolata. Insofferenze personali? La politica è fatta da esseri umani con i loro pregi, i loro difetti, le loro passioni e quindi anche di amori e di odi. Non parrebbe il caso visti i baci, gli abbracci e le effusioni che anche le immagini televisive hanno immortalato, anche se non è da escludere.
E allora? Prendere le distanze, nel modo come viene fatto, significa, nella realtà della politica, opportunismo bello e buono per non usare il parolone del tradimento. Berlusconi è oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che potrebbe risultare devastante per lui, la sua famiglia, la sua azienda, il suo movimento politico. Bisognerebbe entrare in campo con grande decisione contro questa specie di «giustizia politica» che lo sta perseguitando. Bisognerebbe fare muro compatto contro quanti, nel sistema politico, blandiscono e assecondano l’arma giudiziaria.
Invece non si fa, qualche volta si fa il contrario, spesso si finge di non vedere, anche se, su questo fronte, non tutta Alleanza Nazionale pare perfettamente allineata con il suo leader. La linea ufficiale però sembra chiara.

Non ci si scontra con i poteri forti, con il potere più forte degli altri, e con quanti lo sostengono e si fanno sostenere. Se arriva una tempesta, noi mettiamoci al riparo anzi vediamo di approfittarne. La parola d'ordine è quindi: «prendere le distanze».
Hammamet, 1998

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