Prendere una eco-casa è più conveniente Ristrutturazioni facili

Gli incentivi previsti dal decreto legge 40/2010 premiano innanzitutto le abitazioni votate al risparmio di energia, mettendo 60 milioni di euro a disposizione di quanti acquistino, destinandola a prima casa, un’unità immobiliare rientrante nelle classi di efficienza B o A, cioè in grado di abbattere i consumi di almeno il 30% o il 50% rispetto ai valori di riferimento fissati dal dlgs 192/2005. Per gli immobili di nuova costruzione appartenenti alla categoria B, il contributo è pari a 83 euro per metro quadrato di superficie calpestabile, con un tetto di 5mila euro, mentre le abitazioni più risparmiose, iscritte alla classe A, possono contare su 116 euro per mq, fino a un massimo di 7mila euro.
Per richiedere l’incentivo sono necessari l’attestato di certificazione energetica rilasciato da un professionista abilitato e il contratto preliminare di compravendita; va inoltre indicato il settore di appartenenza, la tipologia e la classe di efficienza dell’immobile, il prezzo lordo e la superficie utile su cui viene calcolato il contributo. Entro i 20 giorni che precedono la stipula è il venditore a prenotare l’incentivo (al numero 800.556.670), che sarà riconosciuto direttamente all’acquirente una volta completato l’invio della documentazione di compravendita e accertati i requisiti di ammissibilità. La data limite per soddisfare le richieste è fissata al 31 dicembre, ma l’erogazione dei contributi procede fino all’esaurimento del fondo. Che dunque potrà beneficare 12mila neoproprietari di abitazioni «verdi» di classe B con superficie utile di 60 mq o più, ovvero 8.571 acquirenti di case eco-efficienti di categoria A di analoga metratura. L’incentivo all’acquisto di immobili ad alta efficienza è peraltro il solo che il decreto legge permette di cumulare con altre agevolazioni previste dalle norme, cosicché sono possibili anche eventuali opere aggiuntive di riqualificazione energetica, per le quali vige, ancora per quest’anno, la detrazione Irpef del 55%. E nelle disposizioni dello stesso decreto 40/2010, all’articolo 5, è contenuta anche la liberalizzazione di vari interventi edilizi, per i quali viene ora richiesta solo una semplice comunicazione al Comune.

È il caso della manutenzione ordinaria e pure straordinaria (a patto che quest’ultima non riguardi le parti strutturali dell’edificio, non aumenti il numero delle unità immobiliari né incrementi i parametri urbanistici), delle pavimentazioni e delle finiture di spazi esterni, della posa di pannelli solari, fotovoltaici e termici senza serbatoio di accumulo, della creazione di aree ludiche e di elementi di arredo nelle aree di pertinenza degli edifici, così come delle opere che eliminano barriere architettoniche, delle attività temporanee di ricerca nel sottosuolo, dei movimenti di terra legati all’attività agricola e delle serre mobili stagionali.

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