Cronache

PRENDI I VOTI E SCAPPA

PRENDI I VOTI E SCAPPA

Oggi parliamo di comunisti, noi che i comunisti (adulti, però) ce li mangeremmo volentieri a pranzo e a cena. Dov’è l’errore?
Premetto che, ogni volta che sento parlare il consigliere regionale di Rifondazione comunista Marco Nesci, mi metto le mani nei capelli. Con tutta la buona volontà - dagli immigrati ai centri sociali - è proprio difficile che riesca a condividere qualcosa che dice Nesci, nei toni e nei modi. Fatta questa premessa, però, trovo assolutamente legittimo che Nesci sieda in consiglio regionale e che faccia le sue battaglie. E’ stato democraticamente votato dai cittadini liguri, ha vinto le elezioni, ed è giusto che governi. Così come è giusto che Rifondazione porti avanti le sue istanze: ha preso il 6,6 per cento dei voti ed è la seconda forza dell’Unione. Quello che, invece, mi pare curioso è che, da ieri, l’altro partito comunista, quello di Cossutta, che ha preso il 2,7 per cento dei voti dei liguri, abbia la stessa rappresentanza politica di Rifondazione: due consiglieri regionali e un assessore. Dov’è l’errore?
Tutto è successo l’altro giorno, quando il comunista spezzino Lorenzo Castè ha deciso di passare da Rifondazione al gruppo del Pdci cossuttiano. Squilibrando ancor di più i già strani equilibri usciti dalla formazione della giunta Burlando: perchè per fare un assessore bertinottiano servono quasi il triplo dei voti di un assessore cossuttiano? Dov’è l’errore?
Ma, per l’appunto, il caso Castè è quello che ha fatto precipitare la situazione: leggi e regolamenti gli danno tutti i diritti di cambiare gruppo. Ma è un po’ curioso che lo faccia dopo essere stato eletto nel proporzionale con i voti di Rifondazione. Dov’è l’errore?
Sempre in questi giorni, ad esempio, è uscito dal partito di Bertinotti anche l’ex capogruppo regionale Arturo Fortunati e anche lui sembra destinato al Pdci. Ma, con un gesto da signore, si è dimesso anche dalla presidenza della municipalizzata spezzina Acam Acque a cui era stato designato proprio in quota Rifondazione. Castè no, e ha spiegato ai giornali che era candidato da indipendente nelle liste bertinottiane e che ha preso i voti. Perchè dovrebbe lasciare il seggio? Detta così, ha anche le sue ragioni. Ma andrebbe anche ricordato che Castè è subentrato al primo degli eletti, l’uomo designato dal Prc per la Regione, Aldo Lombardi, morto in campagna elettorale. Quindi, il ragionamento di Castè sarebbe tutto da discutere. Dov’è l’errore?
Comunque, tecnicismi a parte, l’impressione è che ci sia una manovra del centrosinistra-tutto per emarginare Rifondazione. Può starci, fatti loro. Quello che non può starci, però, è che si vincano con le elezioni con i comunisti, per poi mollarli quando non fanno più comodo. Ed è quello che potrebbe avvenire anche a Roma. Un solo dato: Burlando ha distanziato Biasotti di sei punti percentuali. Rifondazione ha preso il 6,6 per cento, decisivo.

Ora la prendono a schiaffi, imbrogliando gli elettori. Dov’è l’errore?

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