La parola d’ordine a fine seduta è «grande collaborazione». E fa quasi notizia, dopo un anno con i coltelli tra i denti. Ieri mattina riunione del cda della società Expo 2015: il clima disteso non scioglie le preoccupazioni, in primis quella sui tempi stretti per l’area dove sorgerà la sede dell’esposizione a Rho-Pero. La squadra di architetti guidata da Stefano Boeri è volata da via Foscolo a Parigi per presentare in via informale al Bie (il comitato che organizza le esposizioni universali) il masterplan del quartier generale di Expo, che «sarà pronto entro fine luglio». Ai membri del cda prima di partire ha illustrato le linee guida: un villaggio polivalente ed ecosostenibile, allineato al tema dell’evento milanese, «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Ma resta che, tra cambi di destinazione d’uso dell’area ancora in stand by e gare, l’ad Lucio Stanca ha espresso forti preoccupazioni sul rischio di ritardi, e sta valutando la possibilità di chiedere leggi speciali per Expo al governo per accelerare le procedure. Per dare piena forma al masterplan, il consiglio di amministrazione sta cercando di fare chiarezza anche sui fondi a disposizione, se quelli delle istituzioni locali e del governo non dovrebbero mancare, Camera di commercio sta valutando il contributo dei privati.
Il cda ha approvato un sistema di controllo interno e si doterà di un codice etico per proteggersi dal rischio di frodi e reati. Via libera anche al Comitato scientifico, che contribuirà a mantenere «un livello qualitativo alto per i contenuti e progetti» di Expo, sarà presieduto dal professor Roberto Schmid, direttore dello Iuss di Pavia, e ne faranno parte esperti italiani e internazionali. Ma l’intervento del consigliere in quota Regione, Paolo Alli, ha tagliato risorse all’attività del gruppo di lavoro: si partiva da una proposta di 1,2 milioni di euro fino al 2015 e alla fine per ora sono stati finanziati solo i primi due anni, per una spesa di 65mila nel 2009 e 129mila nel 2010. Dopo il pressing di Stanca invece, preoccupato per la mancanza a tutt’oggi di una sede di rappresentanza per la società, ieri il consiglio comunale ha approvato la mozione del Pdl che chiede di modificare il regolamento per concedere gratis alla società un’ala di Palazzo Reale. La delibera potrebbe essere approvata dalla giunta già oggi e tornare in aula lunedì.
Clima disteso nel cda, nonostante il caso Enrico Corali, il rappresentante della Provincia nominato dall’ex presidente Filippo Penati. Il neo eletto Guido Podestà aveva chiesto un passo indietro per eleggere un uomo di fiducia, Corali ha offerto le dimissioni (anche se l’atto ufficiale ancora non c’è) e Regione e Lega insistono perché non cambi un’altra volta il board. La proposta potrebbe essere accolta. «Non è escluso - ammette Podestà - penso di vedere Corali già domani (oggi, ndr), anche se non sarebbe scandalosa una nuova nomina, perché si tratta di ruoli dove occorre un rapporto di fiducia». Il rappresentante del governo (e del Carroccio) Leonardo Carioni insiste: «Con Corali ho avuto un rapporto molto solido e di amicizia in questi mesi, spero che Podestà ci ripensi. Corali ha dato prova di grande professionalità». Per Carioni, negli ultimi mesi è stato anche una spalla nell’alzare paletti all’interno del cda: «Non è un problema di sponde, siamo tutti nella stessa barca - assicura - dobbiamo lavorare tanto e bene e non cambiare continuamente la squadra». Gli ex di An e Fi sono pronti al braccio di ferro per il posto nel cda.
Esclude rischi di commissariamento per la società il presidente Diana Bracco, dopo l’allarme lanciato dal viceministro Roberto Castelli sui ritardi per le opere: «Ci stiamo strutturando velocemente con le procedure e gli organismi di controllo». Oggi si riunirà il Cipe e dovrebbe stanziare i fondi per la Brebemi.
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