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Presa la banda che rubava i «satelliti»

Nel giro di pochi secondi erano in grado di smontare un impianto satellitare da macchina, per poi rivendere la refurtiva nel fine settimana sul mercato nero della Repubblica Moldova.
I carabinieri del nucleo operativo di Corsico, uniti ai colleghi della stazione di Trezzano sul Naviglio, dopo circa un mese di indagini, ieri mattina sono riusciti a sgominare un’intera banda di ladri originari dell’Est Europa specializzata nel furto di questi sistemi satellitari a bordo di auto di lusso, in particolare Mercedes, Bmw e Audi. Un giro d’affari che ha fruttato alla batteria, nonostante abbia avuto «vita» breve, circa 200mila euro. Ci sono impianti satellitari che valgono infatti anche 3mila euro e i moldavi ne hanno rubati circa una quarantina. Inoltre sono responsabili anche del furto di almeno tre macchine e cinque computer portatili.
In manette sono finiti in tutto otto moldavi tra i 21 e i 31 anni, in gran parte pregiudicati, residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno per lavoro. Gli arrestati avevano anche un deposito nel box di un appartamento di Corsico, intestato a un connazionale che ora è stato indagato per possesso di documenti falsi.
La banda preferiva colpire nei parcheggi dei centri commerciali distribuiti lungo tutta la cintura esterna della città, tra le tangenziali e l’autostrada che porta all’aeroporto di Malpensa. E di solito agiva la sera, ma anche di giorno se si trattava di luoghi facilmente controllabili.
Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso i malviventi in azione, sempre in fuga al volante di tre auto sequestrate dai carabinieri, con una serie di targhe rubate che di volta in volta sostituivano per rendersi così irrintracciabili.
I moldavi erano molto organizzati. Basti pensare che, in caso di inseguimento con le forze dell’ordine, la banda era pronta a gettare sulla carreggiata sacchi pieni di chiodi a tre punte per bloccare chi cercava di catturarli. Di questi chiodi i carabinieri ne hanno sequestrati in grande quantità.
La tecnica del furto, hanno spiegato i militari, è piuttosto rozza, ma tanto rapida quanto efficace (per i ladri, naturalmente): dura infatti non più di due minuti.
Innanzitutto viene individuata l’auto da colpire grazie all'antenna a «pinna» sul tetto, inequivocabile segnale che su quel mezzo è montato un navigatore «integrato». Quindi i ladri - due complici, con eventualmente un terzo che aspetta a bordo di un’auto di appoggio - effettuano alcuni giri di perlustrazione per verificare che il proprietario non compaia all'improvviso. A quel punto si passa all’assalto vero e proprio: in rapida successione viene infranto uno dei cristalli anteriori o posteriori (in alcuni casi entrambi), viene fatta saltare la mascherina del navigatore, vengono messe allo scoperto e svitate le quattro viti che lo assicurano alla plancia e tagliati tutti i cavi del cablaggio.
Negli ultimi mesi sono stati diversi gli arresti in Italia per questo tipo di reato.

Il fenomeno dei ladri di sistemi satellitari è piuttosto diffuso, infatti, e soprattutto in Emilia Romagna.
In particolare due mesi fa la questura di Rimini, dopo un inseguimento sul lungomare a 170 chilometri orari, ha catturato due napoletani autori di una serie di questi furti.

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