Presa la gang di Campo de’ Fiori

Le telecamere piazzate su Campo de’ Fiori hanno portato i primi frutti. Non solo. Le testimonianze dei commercianti, le indagini degli uomini del nucleo di polizia giudiziaria del primo commissariato capitolino, hanno dato un nome e un volto ai tre autori di due distinte aggressioni nella culla della «movida» ma anche della violenza nella Roma by night. Uno sguardo di troppo, o semplicemente una parola in più o un commento pesante nei confronti di una ragazza. È bastato questo per far scattare le aggressioni. A Casal del Marmo con la grave accusa di tentato omicidio è finito un nomade romeno di appena 16 anni, ma con una lunga lista di reati per rapina, furto, ricettazione, estorsione e violenza sessuale alle spalle. Prima qualche sfottò per i suoi capelli lunghi, da «donnicciola», poi un breve inseguimento a piedi fino alla macchina del ragazzo, parcheggiata poco distante dalla piazza di Giordano Bruno. Poi il drammatico epilogo: il romeno estrae un coltello a serramanico, afferra il ragazzo per i capelli e lo pugnala alle spalle perforandogli un polmone. Il diciannovenne se la caverà solo per il tempestivo intervento dell’ambulanza che lo porterà in ospedale. Non basta. La sera successiva, quella del 15 ottobre, vittima del sedicenne e di due romani di 18 e 19 anni, rispettivamente del Prenestino e di San Basilio, è una comitiva di calabresi, residenti nella Capitale per motivi di studio. In questo caso il pretesto è un apprezzamento pesante alle ragazze del gruppo. Gli amici reagiscono, ne nasce una violenta scazzottata. Due dei calabresi finiscono a terra picchiati selvaggiamente riportando uno varie fratture al volto, l’altro la rottura del polso. Per i romani la denuncia è di lesioni gravissime. Campo de’ Fiori non è estranea a queste vicende. Più volte, nei mesi scorsi, la piazza è stata teatro di risse e di episodi di guerriglia urbana con polizia e carabinieri schierati da una parte e gruppi di teppisti dall’altra.

Dopo gli ultimi episodi gli agenti di Trevi, diretti da Marcello Cardona, hanno cominciato a passare al setaccio le riprese delle telecamere collegate con la Questura, quindi ad appostarsi, identikit alla mano, fino a ritrovare in piazza gli stessi personaggi.

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