Cronaca locale

Presi due albanesi, killer per vendetta

I malviventi erano in Italia per uccidere l’assassino del fratello, morto nel 2002

Presi due albanesi, killer per vendetta

Paola Fucilieri

Il volto del maggiore - Roland Backa detto «Landi», 38enne - è quello classico dei balordi albanesi inizio anni ’90: spietato, cinico, a tratti beffardo. Un volto che riflette in pieno il carattere di quest’uomo, arrestato nei giorni scorsi in città dagli investigatori della squadra omicidi guidati come sempre dall’ispettore Antonio Scorpaniti. Proprio a lui Landi ha confessato senza troppi giri di parole e in un italiano corretto di essere un assassino, ricercato in patria per aver ucciso, nel ’95 in un bar di Tirana, un albanese con il quale aveva litigato per i soliti «futili motivi», omicidio per il quale è stato condannato a 19 anni. Quindi Landi ha ammesso di trovarsi qui, a Milano, da un po’, proprio per uccidere ancora. Stavolta per vendetta. «Credo si nasconda qui l’assassino di mio fratello, il più giovane di noi tre e che per me era come un figlio - ha precisato l’albanese dopo la sua cattura -. Si tratta di un assassinio avvenuto due anni fa a Parigi».
Insieme a Landi e sempre a fini estradizionali gli investigatori della Omicidi hanno catturato anche l’altro suo fratello, Dritan, 34 anni. Pure lui condannato a 15 anni in Albania per aver ucciso - sempre in un bar e per ragioni che vere ragioni non sono mai, ma a Fier e nel 2001 - un altro uomo. Nonostante i quattro anni di differenza con il fratello sembrino molti di più, anche Dritan ha un volto segnato da un’esistenza nervosa, violenta. Prima di arrestarlo la polizia, usando un escamotage, lo aveva portato nel centro di prima accoglienza di via Corelli dal quale lui aveva subito cercato di scappare. In realtà prendere i due fratelli insieme sarebbe stato rischioso vista l’indole a dir poco turbolenta che li caratterizza e la loro familiarità con la pistola.
Entrambi vivevano a Milano, sotto falso nome, in un appartamento di corso Lodi, dove sono stati trovati e catturati. Secondo gli investigatori i fratelli Backa potrebbero essere coinvolti nella sparatoria davanti alla birreria di via Latisana (zona viale Zara) avvenuta nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 febbraio. Lì, mentre usciva dal locale con due amici, venne ucciso Sali Sopi, un 31enne loro connazionale, irregolare.

Un regolamento di conti che dovrebbe riguardare affari inerenti lo sfruttamento della prostituzione, «materia» nella quale i fratellini sembrerebbero particolarmente ferrati.

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