Presi due writer. E uno dice: "Lavoro per la Provincia"

Due gli arrestati in via Tabacchi: stavano imbrattando una scuola, uno di loro è un educatore che ha pensato bene di imbrattare prorio una scuola

«Sono un educatore. E lavoro a Milano per la Provincia». Bravo, verrebbe da dire. Peccato che il sedicente dipendente di Palazzo Isimbardi fosse appena stato scoperto dalla polizia municipale a imbrattare i muri. Di un condominio? Nemmeno per sogno. Essendo un educatore, il vandalo ha pensato bene di imbrattare una scuola. Quella comunale di via Tabacchi. Con lui un compagno dì avventura che, fortunatamente, non ha dichiarato occupazione e soprattutto vocazione. Il tutto nella notte, quando gli agenti dello speciale Nucleo Tutela del decoro urbano dei «ghisa» hanno messo le mani sui vandali trentenni (mica due sbarbati). Immediatamente denunciati, nonostante la dichiarazione («Sono un educatore della Provincia»), aggravante più che attenuante. A comunicarlo il vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune Riccardo De Corato che parla di un’operazione «effettuata dagli agenti con estrema rapidità. Fatto che ha permesso di cogliere i graffitari in flagranza di reato e di sequestrare le bombolette spray nonostante che uno di loro abbia dichiarato ai vigili di lavorare come educatore presso la Provincia di Milano».
Dal particolare all’universale. «Continua - spiega De Corato - la battaglia del Comune contro i writer, da inizio anno sono ventitré i graffitari denunciati dai vigili. Di fronte a questo sport incivile, ho recentemente ripresentato alla Camera una proposta di legge che chiede un giro di vite, la reclusione fino a tre mesi, obbligo di ripulitura e multa fino a 2mila euro in caso di imbrattamento di edificio in centro storico.

Ora finalmente anche il governo sta andando nella stessa direzione, visto che il disegno di legge sulla sicurezza prevede pene più severe per questi reati. Con strumenti legislativi adeguati, i vigili avranno più mezzi a disposizione per contrastare questo inqualificabile fenomeno che nel 2007 è costato 9 milioni di euro alle casse comunali».

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