Il presidente emerito

RomaAl Policlinico Gemelli di Roma il telefono ha squillato di continuo: tante, tantissime, le persone che chiamano per avere notizie di Francesco Cossiga. Cittadini comuni, persone che lo conoscono solo dalla dai giornali e della televisioni, ma che si sentono legate a lui da una confidenza speciale. E poi, uno dopo l’altro, arrivano auguri e in bocca al lupo dagli amici della politica e delle istituzioni.
Il presidente emerito della Repubblica è stato ricoverato ieri mattina all’ospedale dell’università Cattolica a causa di problemi respiratori che in un primo momento erano sembrati leggeri e senza particolari conseguenze. Ma nel pomeriggio le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate e il presidente è rimasto nel reparto di rianimazione. Una situazione stazionaria, ma non facile.
Telecamere e giornalisti hanno preso d’assalto l’ospedale. L’affetto per Francesco Cossiga è forte e diffuso, l’allarme cresce insieme alla richiesta di notizie sulla sua salute. L’ospedale spiega che non verranno emessi bollettini medici ma che sarà la famiglia del senatore a vita a decidere come rendere note le sue condizioni.
Il presidente «esternatore» ha da poco compiuto ottantadue anni, festeggiati il 26 luglio. In ospedale, ieri sera, sono arrivati i familiari. Da tempo Cossiga conduce vita molto ritirata, anche a causa della depressione che lo ha nuovamente colpito, e in modo più forte del solito. Il presidente emerito è ciclicamente soggetto a crisi depressive e in queste situazioni a tenergli compagnia è soprattutto la figlia, la persona a lui più vicina.
Al reparto di medicina d’urgenza del Policlinico Gemelli, i medici che ne hanno deciso il ricovero lo hanno sottoposto ad accertamenti clinici e di laboratorio accurati, proprio per valutare eventuali patologie acute, ma il presidente non ha risposto bene alla terapie che gli sono state praticate.

In un primo momento sembrava che Cossiga sarebbe stato trasferito in un reparto ordinario di degenza, per trascorrere lì la notte. L’improvviso peggioramento del quadro clinico ha convinto i medici a trattenerlo in rianimazione.

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