Politica

Il presidente Rai: «I conduttori siano più responsabili»

AFFONDO Anche Garimberti accusa: «Il microfono non appartiene a loro, ma ai cittadini e all’editore...»

RomaLa convocazione dei vertici Rai decisa dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, è pienamente legittima in quanto non lede né l’indipendenza della tv pubblica né il ruolo di indirizzo e sorveglianza assegnato al Parlamento. Il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha spiegato in questi termini al presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, gli orientamenti dell’esecutivo.
L’incontro tra i due esponenti delle istituzioni era stato richiesto proprio dal parlamentare del Pd dopo la decisione di Scajola. Informato l’ufficio di presidenza della commissione, è stata successivamente deliberata all’unanimità l’audizione di Romani questo pomeriggio.
«Il governo ha piena facoltà di chiedere alla Rai cosa è successo sulla base del combinato disposto del Contratto di servizio, del Testo unico e del Codice etico», ha sottolineato il viceministro. L’incontro dell’8 ottobre servirà ad «acquisire ai massimi livelli informazioni su Annozero ed eventuali altri programmi rispetto alla verifica che intendiamo fare sull’adeguato rispetto del contratto di servizio in materia di libertà, obiettività e rispetto del pluralismo».
Secondo Romani, l’ultima puntata del programma di Michele Santoro rientra in quella fattispecie di violazione delle norme che l’Authority delle Tlc ha precedentemente sanzionato motivandola come «derisione delle istituzioni». Gli attacchi al presidente del Consiglio, al governo e alla maggioranza, quindi, avrebbero lo stesso tenore di quelli già oggetto delle «bacchettate» dell’Autorità che ha già punito Santoro per aver trasmesso il comizio anti-Napolitano di Beppe Grillo e Marco Travaglio per aver offeso il presidente del Senato Schifani a Che tempo che fa.
L’esecutivo, ha concluso Romani, «non ha un potere di censura», ma può avviare «un’istruttoria» le cui conclusioni possono essere riportate all’Authority che, come ricordato dal direttore generale della Rai Masi, «è in grado di irrogare una sanzione pecuniaria fino al 3% del fatturato». In questo modo «l’opinione pubblica potrà capire quali siano i reali poteri del governo». Altro discorso è il nuovo contratto di servizio tra ministero e Rai. «La questione fondamentale - ha detto Romani - è far capire agli italiani perché pagano il canone, che cosa è servizio pubblico». Categoria nella quale, secondo il viceministro, non rientra «il giornalismo militante di Michele Santoro, che nulla ha a che fare con il giornalismo obiettivo».
Da parte sua il presidente della Vigilanza Zavoli ha ribadito che «la sede legittima è quella della commissione bicamerale» e per questo motivo l’audizione di Romani sarà incentrata sulla salvaguardia di «giurisdizioni e prerogative». Nessuna ostilità, quindi, ma pacifico e reciproco rispetto dei ruoli. Lo stesso presidente della Rai, Paolo Garimberti, ha avuto modo di esprimere il proprio autonomo punto di vista. «Se la politica ci lasciasse lavorare in pace, ci farebbe un grosso favore. Comunque certi conduttori dovrebbero avere più senso di responsabilità e ricordare che il microfono non appartiene a loro, ma all’editore e ai cittadini», ha affermato esprimendo disagio tanto nei confronti del governo quanto nei confronti dei polemisti di Annozero.
Avrebbero potuto scoccare scintille tra un governo irriso dall’emittente pubblica e un Parlamento «geloso» della propria centralità in materia Rai. Così non è stato. L’unico a parlare di «intrusione» è stato il Pd Morri che ne ha approfittato per declinare una personale versione del galateo istituzionale. «I vertici Rai prima di recarsi dal ministro Scajola dovranno specificare che si tratta di una visita di cortesia», ha dichiarato.
Le manifestazioni folkloristiche, invece, sono state come al solito «appaltate» all’Idv che ha protestato dinanzi a Palazzo San Macuto, sede della Vigilanza, schierando Pancho Pardi, sbandierando i soliti cartelli «Fuori i partiti dalla Rai!» e chiamando alla jihad in difesa di Annozero e Report. Tutto questo mentre il portavoce di Articolo 21 e deputato dipietrista Giulietti denunciava le ennesime «intimidazioni»..

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