Preso il killer del volontario italiano: è un terrorista

Raffaela Scaglietta

da Roma

Angelo Frammartino aveva scritto «fate l’amore con la non-violenza», ed è morto per mano di un palestinese militante della jihad islamica che l’aveva scambiato per un ebreo. Questa sembra sia la verità sulla tragica morte del volontario di Monterotondo diventato in Italia un simbolo di pace dei territori irredenti in Medio Oriente. Ieri la polizia israeliana ha arrestato un giovane palestinese, Ashraf Hanaisha, presunto omicida del volontario italiano accoltellato il 10 agosto a Gerusalemme. Sotto interrogatorio Hanaisha ha confessato di aver scambiato Angelo per un ebreo e quindi di averlo ucciso per sbaglio. Il palestinese, ha 24 anni, e secondo quanto ha riferito il portavoce della polizia Shmulik Ben Ruby, ha raccontato agli agenti di essere giunto a Gerusalemme con il preciso obiettivo di uccidere un ebreo, ma nella notte del 10 agosto, davanti alla porta dei Fiori della Vecchia Città di Gerusalemme, ha invece colpito un italiano.
La notizia pubblicata dal giornale israeliano Haaretz, ma non confermata dalla Farnesina, informa che il giovane palestinese, arrestato in un posto di blocco, è originario del villaggio di Kabatiya, una città al sud di Jenin, e legato alla Jihad Islamica. Le autorità israeliane avevano definito l’assassinio di Frammartino come un «attacco terroristico» e da allora avevano condotto indagini, arresti a tutto campo. Secondo il quotidiano Haaretz la polizia ha arrestato il giovane arabo grazie ad una operazione congiunta con i servizi di intelligence Shin Bet, il servizio di controspionaggio israeliano che si occupa della sicurezza interna. «Sebbene il palestinese arrestato appartenesse alla Jihad Islamica - ha aggiunto il portavoce della polizia - abbiamo elementi per ritenere che abbia agito in proprio».
«Non ho rancore verso questa persona che ha ucciso mio figlio» ha detto ieri il padre di Angelo, Michelangelo Frammartino, da Caulonia, in Reggio Calabria poco prima di scendere in piazza e partecipare ad una fiaccolata per la pace, organizzata indipendentemente dalla notizia dell’arresto e con la presenza del vescovo di Locri, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini. «Angelo si è impegnato - ha aggiunto il padre - in favore della pace. Il messaggio che ha voluto lanciare è più grande di ogni altra cosa terrena. Pregheremo per la Pace ed anche per tutte quelle famiglie che hanno subito lutti e dolore per colpa della guerra».
«È giusto che la giustizia faccia il suo corso anche se a noi importa poco visto quello che abbiamo subito - ha aggiunto sempre da Caulonia Nicola Frammartino, lo zio di Angelo - non nutriamo odio e vendetta nei confronti dei palestinesi o ebrei. Noi non volevamo che Angelo si recasse in Medio Oriente perchè sapevamo dei pericoli, ma lui era deciso ed abbiamo rispettato la sua volontà».
«Quella di uno scambio con un ebreo, era almeno per me l’ipotesi più probabile. Come hanno detto sempre i genitori di Angelo si conferma vittima della guerra, delle tensioni di quel territorio» ha commentato inoltre Massimiliano Spinnato, amico e militante del circolo di Rifondazione di Monterotondo.
«È la prova che guerra e terrorismo uccidono allo stesso modo, fa parte di quello che accade nel territorio» ha detto l’amico di Angelo, sempre in contatto telefonico con amici e volontari impegnati fino a pochi giorni fa a Gerusalemme nel progetto di aiuti nel campo organizzato da Arci e Cgil.

Intenti a preparare in questi giorni la manifestazione di pace ad Assisi che si terrà il 26 agosto in memoria di Angelo.
Intanto la Procura di Roma è in attesa di ricevere la comunicazione ufficiale dell’arresto del presunto assassino di Angelo per inoltrare la domanda di estradizione alle autorità israeliane.

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