Preso il reclutatore dei kamikaze di Nassirya

Venti gli arresti: 15 marocchini, tre spagnoli, un turco e un algerino

Fausto Biloslavo

Il reclutatore di uno dei terroristi kamikaze di Nassirya è stato arrestato ieri in Spagna assieme a una ventina di accoliti appartenenti a una cellula che inviava in Irak «volontari» per la guerra santa. Lo ha incastrato l’identificazione, da parte del reparto scientifico dei carabinieri, del codice genetico del fratello dell’attentatore di Nassirya, Bellil Belgacem, di origini algerine.
L’operazione spagnola, coordinata dal magistrato Fernando Andreu, è scattata ieri mattina a Madrid, in Catalogna e nei Paesi Baschi. La Guardia Civil ha arrestato 20 persone: 15 marocchini, tre spagnoli, un turco e un algerino. Secondo il ministro degli Interni spagnolo, Segun Alonso, ben 16 sospetti sono finiti in manette a Vilanova i la Geltrù, una località vicina a Barcellona, base della cellula islamica.
La prima segnalazione era partita a giugno dello scorso anno quando i carabinieri del Reparto operativo speciale (Ros), che hanno indagato sulla strage di Nassirya, sono stati informati dalla Guardia Civil della cellula vicino a Barcellona. Il capo, arrestato ieri, si chiama Mohamed Mrabet Fahsi, e da tempo i suoi uomini organizzavano il reclutamento, l’indottrinamento e la raccolta di fondi per inviare i kamikaze in Irak. Tra questi l’algerino Bellil Belgacem, che si fece saltare in aria a Nassirya il 12 novembre 2003 uccidendo 19 italiani, la maggioranza dei quali carabinieri.
Il Racis, il reparto dell’Arma che si occupa delle indagini scientifiche, aveva isolato reperti genetici (Dna) appartenenti a tre vittime non italiane dell’attentato. La Guardia Civil ha fornito all’Arma il Dna di un fratello del kamikaze di Nassirya, e così si è giunti all’identificazione di Belgacem.
Secondo le prime informazioni, il terrorista suicida sarebbe passato per la Siria prima di entrare in Irak e arruolarsi tra le file di Abu Musab al Zarqawi, il luogotenente di Al Qaida nel Paese. Tra gli arrestati, ha scoperto Il Giornale, c’è Mustafà Serroukh, un imam, personaggio di primo piano del radicalismo islamico in Spagna. Non è escluso che sia stato lui a indottrinare il kamikaze di Nassirya dopo essere diventato il braccio destro di Hicham Temsamani. Quest’ultimo arrivò a El Portillo, nella provincia di Toledo, nel 2001, proveniente da Tangeri. Temsamani, oltre ad essere l’imam locale, ha viaggiato molto in Europa stringendo collegamenti con altre realtà islamiche radicali. Non a caso la cellula smantellata ieri aveva contatti in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Algeria, Marocco, Siria, Turchia e nello stesso Irak. Serroukh era stato l’imam dell’unica moschea di Vilanova i la Geltrù, rimasta chiusa ieri a causa del blitz dell’antiterrorismo.
In questo ambiente è nato il reclutamento di Belgacem per la strage di Nassirya. Non solo: Temsamani, il referente di Serroukh, fu arrestato dagli spagnoli nell’estate del 2004, estradato e condannato in Marocco per la strage di Casablanca di un anno prima.
L’operazione antiterrorismo di ieri deriva dalle indagini sul Gruppo islamico combattente marocchino e del Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, organizzazioni terroristiche filo-Al Qaida. I due gruppi non solo hanno stabilito alleanze tattiche in Europa, ma i loro «volontari» combattono assieme0 in Irak tra le file di Al Zarqawi.
Il secondo attentatore suicida a bordo dell’autocisterna imbottita di esplosivo era già stato identificato dai carabinieri. Si chiamava Abu Zubeir Al Saudi, e l’organizzatore dell’attentato, Abu Omar al Kurdi, che ha ricevuto l’ordine della strage da Al Zarqawi, è nelle mani degli americani in Irak.


Ieri il comandante del Ros, il generale Giampaolo Ganzer, ha sottolineato che l’identificazione della coppia di kamikaze conferma definitivamente la ricostruzione della strage: «Mentre uno dei due si trovava alla guida del mezzo diretto contro la base, sulla stessa autocisterna si trovava un altro attentatore, che impegnava il personale di guardia in un’azione di fuoco».

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