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Preso Schiavone, il boss casalese che ama dipingere quadri di donne

CasertaNicola Schiavone ordinò la strage di Villa di Briano il 9 maggio dello scorso anno. Trentuno anni, figlio d'arte, l'indagato arrestato ieri mattina dalla polizia, fece sequestrare e uccidere tre appartenenti al suo stesso clan per uno sgarro nel «ramo» estorsioni. Suo padre è l'ancora temibile, nonostante la detenzione in regime di 41 bis, Francesco Schiavone, detto «Sandokan» numero uno della camorra casalese. A luglio del '98 Sandokan fu arrestato quando era a capo del Centro Dia di Napoli, l'attuale questore di Caserta, Guido Longo, lo stesso uomo che ora ha messo in gabbia Nicola, il reggente della cosca. Primo dei sette figli di Sandokan si era dato alla latitanza da un anno. Gli investigatori, coordinati dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli lo hanno ammanettato in una villa bunker di Casal di Principe la «capitale» della camorra casalese. Gli agenti hanno circondato la residenza di Schiavone junior, riuscendo a eludere l'impianto di videosorveglianza fatto installare dal giovane boss. Il compagnia del figlio del capo dei capi c'erano due guardaspalle, loro arrestati per favoreggiamento.
Schiavone è sospettato per il triplice omicidio di tre pregiudicati sequestrati e uccisi l'8 maggio dello scorso anno. I loro cadaveri furono sepolti in un terreno a Villa di Briano e ritrovati una settimana più tardi da polizia e carabinieri. Cinque dei presunti killer erano già stati arrestati. Ora mancava solo il mandante.
Chiarito dagli inquirenti della Dda, coordinata dal procuratore Aggiunto Federico Cafiero de Raho il movente della strage maturata nell'ambito dello stesso clan dei Casalesi Gruppo Schiavone. Le tre vittime furono punite per uno sgarro in quanto avevano avanzato richieste estorsive a un’azienda casearia contigua proprio alla famiglia Schiavone. Papa, Minutolo e Buonanno pare che stessero per staccarsi dal gruppo Schiavone per passare al clan capeggiato da Francesco Bidognetti, federato con i Casalesi. Le tre vittime furono attirate in un trappola e massacrate a colpi di pistola.
Figlio d'arte in tutti i sensi, Nicola Schiavone divide con il padre ergastolano la passione per la pittura. Nella villa dove è stato catturato la polizia ha trovato una mezza dozzina di dipinti, figure femminili stilizzate. Il padre, invece, amava gli autoritratti, nel covo dove fu arrestato dall'allora capo della Dia, gli agenti trovarono diversi quadri raffiguranti il boss.
«Abbiamo colpito nel cuore della potente organizzazione casalese. Nicola Schiavone era uno degli obiettivi primari delle forze dell'ordine», spiega il questore Longo. Soddisfatto il numero uno dei nemici della camorra casalese, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Mi sono congratulato con il capo della polizia, Antonio Manganelli per l'importante operazione», spiega. Ed esulta anche il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, che ha espresso «vivo apprezzamento» per il lavoro fatto dalla dal Servizio centrale operativo e dalla Dda di Napoli.


La prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, (presidente Raffaello Magi) aveva condannato Schiavone junior, in primo grado, il 9 gennaio scorso a 2 anni e 8 mesi di reclusione per intestazione fittizia di beni.

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