Pressioni indebite su politici locali Le mail inguaiano il Principe Carlo

Londra. I guai in casa di Sua Maestà non finiscono mai. Non hanno fatto in tempo a digerire le disavventure di Sarah ferguson, beccata da una telecamera nascosta a pretendere mazzette per agevolare incontri con l’ex consorte principe Andrea, che a Buckingham Palace è arrivata un’altra tegola. Il principe Carlo infatti avrebbe utilizzato la sua influenza per convincere il vice sindaco di Londra a bloccare un progetto per un complesso residenziale nella capitale britannica che non era di suo gradimento. È quanto emerge da alcune email presentate al processo che vede la ditta Qatari Diar contro quella del suo ex partner commerciale, Christian Candy, in cui l’accusa sostiene che l’azienda del Qatar sarebbe venuta meno agli obblighi contrattuali con Candy, anche a causa delle pressioni esercitate da Carlo sugli ambienti amministrativi della capitale britannica.
L’azienda del Qatar aveva acquistato il sito dove il complesso Chelsea Barracks a Londra avrebbe dovuto essere realizzato, ma poi decise di ritirarsi dal progetto, provocando un’ingente perdita finanziaria per Candy. Nelle email presentate in tribunale si fa riferimento al parere negativo che Carlo espresse nei confronti del progetto al vice sindaco di Londra, Sir Simon Milton. Secondo la corrispondenza emersa, il segretario privato di Carlo, Sir Michael Peat avrebbe poi informato John Ward, direttore degli investimenti di Qatari Diar, che «se anche il progetto fosse andato avanti avrebbe incontrato l’opposizione dei politici a Westminster». Ward, secondo quanto emerge dalle email, si convinse quindi che non era un buon affare, viste tali opposizioni, e avrebbe consigliato quindi che sarebbe stato meglio rinunciare.
Il Principe è da sempre un difensore delle tradizioni, del rispetto dell'ambiente, del design dal volto umano, cause che difende con tale passione da essere considerato poco meno di un pasdaran del movimento ecologista. Tra le molte fondazioni e società senza fini di lucro a cui Carlo dedica il suo reale tempo, c'è su tutte la «Foundation for the Built Environment», che ha tra le sue missioni educare i cittadini sull'urbanistica e sull'architettura buona e giusta. Ma non sono pochi già da tempo ad accusare la fondazione dell’erede al trono di essere una lobby e non un'associazione di beneficenza, e di godere come tale gode di privilegi fiscali e di vantaggi di ogni tipo.

Una lobby che ha come regista proprio lui il principe verde ed ecocompatibile. É più di un anno che alcuni dei più famosi architetti mondiali denunciano queste strane operazioni che intralciano la libera concorrenza tra cui l’italiano Renzo Piano.

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