da Como
La vita aveva separato i loro destini, che si erano incrociati un giorno d'estate del 1961, quando un allora contrabbandiere salvò la vita a un ragazzo di 13 anni, rinunciando a un lucroso viaggiò oltreconfine. Ora, grazie all'aiuto involontario di un libro, i due destini si sono nuovamente intersecati, e i protagonisti di quell'episodio di 45 anni fa hanno potuto incontrarsi.
Da una parte Ennio Verga, di Maslianico, ora pensionato, che mai ha fatto mistero del suo passato da contrabbandiere, comune a così tanta gente, nelle valli tra il Lario e il Canton Ticino. Dall'altra Franco Riva, il ragazzino, che nel frattempo ha preso i voti ed è diventato frate, prima in un eremo sul lago, ora in Francia, con il nome di fra Ginepro.
Quel giorno del 1961, sulle pendici del Bisbino, la montagna che separa Cernobbio dalla Svizzera, Verga alla guida della sua Alfetta stava passando oltreconfine: aveva corrotto alcuni finanzieri che gli avevano garantito il transito sul valico del Termen, a oltre mille metri di quota. Andava di corsa, per caricare in Svizzera merce di contrabbando. Lo stesso giorno, Riva, assieme ad alcuni amici, stava giocando a saltare di ramo in ramo, nel bosco di castagni. Lo faceva spesso, ma quel giorno cadde a terra, picchiò la testa e perse conoscenza, pochi istanti prima che sui tornanti della strada passasse l'Alfetta di Verga. Il quale, visto il giovane a terra, non ci pensò un attimo: rinunciò al lucroso viaggio in Svizzera, fece marcia indietro, caricò il ragazzino in macchina e lo portò a tutta velocità in ospedale a Como, salvandogli la vita.
I due non si videro più.
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