«Per prevenire la Tbc bisogna sgomberare i campi più degradati»

(...) in primo luogo. Il sindaco di Roma purtroppo ha le mani legate, avverte lo scienziato. L’ordinanza emanata dal Viminale nel luglio del 2008 delega tutti i poteri sui campi nomadi al Prefetto. Ieri Carlo Mosca, oggi Giuseppe Pecoraro. In due però non hanno fatto un granché. «Mosca non si capiva che volesse fare, - puntualizza Aiuti - ondeggiava ora di qua ora di là. Il nuovo Prefetto per ora non ha deciso un bel niente. Gli sgomberi tanto attesi e annunciati purtroppo non si sono visti. il campo Casilino 900, per fare un esempio, è nelle stesse identiche condizioni di tre mesi fa, di sei mesi fa, di un anno fa, salvo la vaccinazione dei minori. La gente del campo continua a dormire per terra, senza luce nè acqua, fra i topi. Di recente è venuta da me una delegazione del comitato di quartiere: i rom bruciano di continuo copertoni, si levano pericolosissimi fumi tossici. I vigili urbani hanno persino levato il presidio fisso. Non è possibile andare avanti così».
Che la situazione sia grave non c’è dubbio. Giorni fa in via del Flauto, in un campo abusivo di circa ottanta rom, altre due persone sono risultate malate di tbc. Una è deceduta in ospedale. Convincere i rom a farsi vaccinare non è semplice. Per ignoranza, per paura dei controlli, da soli sono pochissimi quelli che vanno in ospedale. Tra l’altro non si può certo dire che i controlli nei campi siano così sistematici da dare garanzie assolute.
La commissione Aiuti ha svolto un’inchiesta e raccolto dati interessanti. Il 33 per cento dei rom risultano minorenni e sono più a rischio. Il 70 per cento dei nomadi, fra bambini e adulti, ogni giorno viene a contatto con i romani: a scuola, sugli autobus, all’interno delle stazioni della metropolitana e sui vagoni. La tbc si diffonde per via aerea, il rischio contagio è elevato. Poi ci sono altre malattie che si possono trasmettere: epatite B, epatite C, Hiv, Aids, quelle che si diffondono per via sessuale, le malattie dell’infanzia. A trasmettere infezioni non sono solo i rom, ma ci sono anche i barboni, i tossicodipendenti e i clandestini in generale. Al San Gallicano, tanto per fare delle cifre, il 12 per cento dei pazienti in cura sono siero-positivi, il 15 per cento è affetto da epatite. Tutte malattie da degrado, trasmissibili. Sono in aumento anche i casi di sifilide. «E non dimentichiamo il tifo - avverte Aiuti - specie ora che si va verso l’estate. I campi nomadi sono privi di acqua corrente, e spesso sorgono a meno di 100 metri dall’abitato».
Aiuti ha messo a punto un piano di prevenzione della tbc nei campi nomadi. Il costo complessivo è di 180mila euro.

E’ stato approvato in commissione sanità, poi dall’assessore alle politiche sociali Sveva Belviso. Manca solamente la firma di Esterino Montino, vice presidente della Regione. Ma sta lì ancora in attesa, sul tavolo, ormai da sei mesi.

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