Assegno unico, in arrivo la rivalutazione: ecco quanto vale l'aumento

Nel 2024 aumenteranno ancora gli importi della misura: il calcolo fascia per fascia

Assegno unico, in arrivo la rivalutazione: ecco quanto vale l'aumento
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Nel 2024 l’assegno unico peserà di più. Durante l’anno che ci lasciamo alle spalle questa misura ha raggiunto 5,59 milioni di famiglie, di cui 8,89 milioni di figli a carico nel complesso, per un totale di 13,4 miliardi di euro che sono stati dati nei primi nove mesi. Ecco tutte le novità di questo aiuto.

Le cifre

All’interno del Dlgs 230/2021 viene definita la cifra dell’assegno unico, il suo ammontare varia in base all’andamento dell’inflazione e ogni anno viene adeguato secondo il costo della vita. Questa cifra attualmente va dai 54 ai 189,20 euro al mese per ogni figlio. Secondo la legge di Bilancio 2022 i figli che hanno meno un anno e le famiglie composte da tre o più ragazzi fino al terzo anno di ciascuno, otterranno un’altra maggiorazione del 50% che fa salire l’assegno a un massimo di 262,5 euro al mese. Queste cifre devono essere intese per chi ha un limite Isee di 40mila euro.

Rialzo dovuto all’inflazione

In questo frangente l’inflazione ha contribuito a far rialzare le cifre, infatti gli importi saranno rivisti ancora. Nel gennaio del 2023 l’incremento era stato dell’8,1%, un tasso importante dovuto all’impennata dei prezzi al consumo avvenuta nel 2022. Attualmente non è ancora noto il nuovo tasso di rivalutazione da applicare per il 2024, dovrebbe essere simile alla percentuale di variazione definita per il calcolo della perequazione delle pensioni, ovvero del 5,4 %. La quota base della misura, ricordiamo che questa attualmente riguarda il 47% dei figli beneficiari, verrà data sotto la soglia Isee di 17.090,61 euro, adesso è di 16.215 euro, si tratterà quindi di più nuclei familiari. In merito alla quota minima ci sarà uno scatto che andrà oltre 45.575 euro di Isee con un contributo che oltrepasserà i 52,20 euro per ogni figlio. Per quando riguarda le maggiorazioni viene applicato un adeguamento per il secondo percettore, nel caso in cui entrambi i genitori abbiano un reddito da lavoro. In questa situazione i beneficiari della quota massima otterranno 34,15 euro per ciascun figlio.

L’assegno unico

In merito alla questione il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha affermato: “Stiamo difendendo il criterio della residenza, cioè il fatto che il contributo debba andare a persone che hanno un requisito minimo di residenza nel nostro Paese”. Il governo ha voluto investire le risorse disponibili su misure per la famiglia come la decontribuzione per le madri lavoratrici.

Roccella ha poi proseguito: “I cosiddetti risparmi, cioè le risorse stanziate ma non utilizzate, sono stati in grandissima parte assorbiti dal provvedimento che ha sostituito il reddito di cittadinanza, che è stato modulato proprio sulle famiglie con figli per lottare contro la povertà infantile, e dal rafforzamento fatto all’assegno unico per le famiglie numerose deciso con la prima legge di Bilancio del Governo Meloni lo scorso anno”.

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