da Milano
Con il cuore in mano. Un atteggiamento completamente diverso da quello sicuro dell'interrogatorio. Quando il giro delle arringhe è terminato, Enrico Preziosi parla guardando negli occhi i giudici della Commissione Disciplinare. «Ho fatto tutto quello che ho fatto, preda di un atteggiamento emotivo, ma senza mai pensare di comprare una partita. Ho sentito l'esigenza di essere rassicurato. Con tali rassicurazioni, i valori delle due squadre mi avrebbero fatto dormire sonni tranquilli. Sono stato ferito totalmente. Bisogna essere bambini per avere la passione del calcio. Ora sono un bambino un po' violentato, che non ha più voglia di giocare». Preziosi si volta verso il procuratore Palazzi: «Quattro anni? Che me ne diano cinque, non mi interessa. A me interessa difendere la mia onorabilità. Non ho mai fatto un affare nel calcio.
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