Prigionieri dell’effetto camomilla

Dopo l’invereconda sconfitta contro i granata del Toro, che diede il definitivo addio ai sogni di gloria, e diede inizio all’umiliante debacle di questi mesi, il portiere Navarro mi confidò con nonchalance: «Tranquillo, è la classica partita di fine anno». E allora prendiamola così.
Evidentemente le festività hanno sulla compagine azzurra un effetto camomilla. Ieri, infatti, anziché assistere alla noia mortale della partita contro i nerazzurri dell’Atalanta sarebbe stato molto meglio andarsene al mare. Peccato però, perché questa poteva essere invece la giornata giusta per rimettersi in carreggiata, e ritrovare i tre punti che ci avrebbero restituito non certo il sogno di grandi obiettivi, ma quanto meno un po’ di morale e di fiducia per il futuro.
Consoliamoci però, in fondo i 40 punti sembrano un obiettivo ormai raggiunto e dunque almeno la salvezza dovrebbe essere cosa fatta: certo, qualche tempo fa si sognava ben altro, però visto com’è andata la stagione bisogna accontentarsi.

Dispiace però perché l’Atalanta è un avversario che ci sarebbe piaciuto volentieri battere, specie in considerazione della verve non solo agonistica che i bergamaschi puntualmente mettono in campo quando incontrano qualsiasi squadra che proviene dal di sotto della Linea Gotica. Detto, ovviamente, senza acrimonia. È solo un dato di fatto: vendendoli giocare, sembra che ce l’abbiano con noi...

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