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Primarie, una poltrona per 4. Maroni: "Tanto poi non c’è partita"

Oggi urne aperte dalle 8 alle 20. Con Pisapia il Pd rischia un caso Vendola. La Moratti: "Lavoro senza guardare agli altri. E stasera penserò al derby"

«Il Pd? Faccia pure, tanto a Milano non c’è partita». A Palazzo Marino per un convegno sulla sicurezza davanti a 200 amministratori lumbard, il ministro all’Interno Roberto Maroni strizza l’occhio a Letizia Moratti e smonta le primarie del centrosinistra. Oggi si gioca il match a quattro tra Stefano Boeri, Giuliano Pisapia, Valerio Onida e Michele Sacerdoti. Urne aperte in 128 seggi dalle 8 alle 20, anche agli immigrati. Maroni esclude che possa capitare alle amministrative: «Facciano pure, finchè sarò ministro io, non avranno diritto di voto». Sull’esito delle primarie, il partito di Bersani misura il suo peso: i sondaggi danno ancora Pisapia, sostenuto dalla sinistra critica, davanti al candidato del Pd che teme un caso Vendola sotto la Madonnina. E «visto come si guardano in cagnesco, chiunque vinca sarà di contorno - profetizza il leghista Matteo Salvini - oggi c’è un evento ludico, le primarie e uno serio, il derby Milan-Inter».
La Moratti sorride ma non si scompone. Non c’è partita? Anche lei preferisce concentrarsi «sul derby calcistico» e da nerazzurra per scaramanzia seguirà «come sempre la partita in tv sulla poltrona rossa». Con un occhio allo spoglio delle primarie, anche se non lo ammette. «Io lavoro tutti i giorni sul mio programma quindi più che guardare agli altri, guardo a quello che devo fare per i miei cittadini». All’ora di pranzo sarà alla bocciofila di via Padova, la stessa dove andò a marzo dopo i violenti scontri tra sudamericani. Prima, alla manifestazione del Pdl al Teatro Nuovo, anche se conferma che non sarà il lancio del Moratti bis. E la scaramanzia forse non si ferma al calcio. Per la ricandidatura potrebbe aspettare la metà di dicembre, era il 15 quando nel 2005 annunciò che avrebbe corso per Palazzo Marino, era il 13 l’anno scorso quando ritirò dal premier Berlusconi in piazza Duomo la tessera del Pdl. Più che i segni conteranno questa volta gli scenari politici. Ieri ha ricevuto gli applausi dei leghisti quando ha ricordato i dati della criminalità sotto il governo Prodi («nel 2007 le rapine in casa aumentarono del 6%, quelle in banca del 46%»). Con Berlusconi e il ministro Maroni «i reati in città sono scesi del 46%». Merito anche delle ordinanze, è Maroni a ricambiare dicendo che a Milano «il calo è stato molto superiore della media nazionale». Sul campo rom di Triboniano garantisce: «Siamo persone serie, lo sgombero è confermato».
Ma il feeling tra Moratti e Lega si misurerà lunedì sulle alleanze per le comunali del 2011. Salvini, il coordinatore provinciale Igor Iezzi e l’assessore Alessandro Morelli andranno dal sindaco.

«Parleremo di bilancio e alleati, perchè i due temi vanno insieme - anticipa Iezzi -. Vogliamo sapere se i nostri soldi vanno ad un’amministrazione di centrodestra o terzopolista. Prima di dare fondi all’assessore dell’Udc e a quello di Fli ci dicano se sosterranno la Moratti o altri nomi».

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