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«Per le primarie il tempo c’è ancora Un flop arrivare sotto al 15 per cento»

«Per le primarie il tempo c’è ancora Un flop arrivare sotto al 15 per cento»

È un elettore «pentito» di Enrico Musso, spezzino per origine e domicilio, ma genovese per residenza. Luigi Morgillo, consigliere regionale del Pdl e una delle anime del Popolo della Libertà alla Spezia, ci tiene ad intervenire nel feroce dibattito che si sta scatenando intorno al partito genovese.
Morgillo, siete ancora fermi ad interrogarvi se fare o meno le primarie. Gli altri, intanto, vanno a votare per le amministrative e il Pdl è senza candidato.
«Volendo i tempi ci sono ancora. A mio parere eravamo e siamo in tempo per fare delle consultazioni e tentare di coinvolgere Musso e il Terzo Polo»
Loro l’accordo l’hanno già trovato
«Se non ci stanno, guardiamo a quello che c’è in giro, mettiamoci tutti insieme e facciamo esprimere la base. Valgono più delle primarie con cinquemila elettori che un candidato scelto da trenta teste al chiuso di una stanza. Le capacità organizzative ci sono ancora e ce le invidiano tutti»
Sarà forse che mancano i candidati?
«Una dirigenza seria avrebbe dovuto chiamare i due consiglieri regionali più votati a Genova chiedendo loro di fare lo sforzo di misurarsi; quindi avremmo dovuto aprire alla società civile e non sottovalutare Enrico Musso»
Sta dicendo che il Pdl ha scaricato il senatore troppo presto?
«Dico che in politica bisogna ragionare per opportunità ed anche pensando a quella che sarà la fase successiva. Non dovevamo liquidare Musso come il traditore, perché con Udc e Terzo Polo rischiamo tra qualche mese di ritrovarci nello stesso contenitore che si richiama al Ppe.

Basta con questa logica dei “traditori”: nel 1994 fu la Lega, nel 2008 Casini, nel 2010 Fini: ogni fase politica apre passaggi nuovi che bisogna essere in grado di percorrere»
È questo il messaggio di Scajola che la dirigenza genovese del partito non avrebbe saputo cogliere?
«Quando Scajola si è interessato delle elezioni amministrative Forza Italia prima e il Pdl poi sono sempre stati pronti, il problema di Genova è che ci sono tanti capi, tutti vorrebberio comandare mentre ci vorrebbe ancora qualcuno con autorevolezza mentre tutti hanno fatto la corsa a smarcarsi da Scajola con la conseguenza che a Roma Genova non interessa più a nessuno»
Tornando a cosa fare per maggio, Pdl con o senza simbolo alle elezioni?
«Il simbolo deve esserci ma bisogna innovare nei volti, nella freschezza delle persone. È necessario avere il coraggio di puntare su una lista fatta di giovani motivati. Se il Popolo della Libertà non arriverà al 15 per cento sarà un flop assicurato e le conseguenze le pagheremo tutti il giorno dopo».

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