Pietro Acquafredda
Se ne sentiva la mancanza. Lultima volta che il maestro Antonio Pappano era salito sul podio di Santa Cecilia per un bel programma mozartiano, era stato a gennaio. Dopo due mesi di assenza ci prende la nostalgia di questo ottimo direttore, lavoratore instancabile, musicista finissimo, anche perché lorchestra quando cè lui sul podio suona decisamente meglio.
Pappano ci ha abituati, insomma, a programmi sempre non convenzionali, ad accostamenti curiosi. E il concerto di questo fine settimana non fa eccezione, accostando due grandi autori sinfonici, Joseph Haydn e Johannes Brahms, ambedue molto importanti nella storia della sinfonia: il primo perché definì la forma sinfonica classica e il relativo linguaggio strumentale e armonico prima di Beethoven, il secondo perché, con grande fatica, riuscì a proseguire nel cammino sinfonico dopo Beethoven e nonostante Beethoven, la cui monumentale opera sinfonica faceva temere che quella strada fosse ormai da considerarsi definitivamente chiusa.
Ulteriore motivo di interesse nel concerto diretto dal maestro Pappano, la presenza di due sinfonie che nei cataloghi dopera dei rispettivi compositori figurano con il numero uno, rappresentando di conseguenza le prime realizzazioni in un genere, quello sinfonico, che spesso, per una presunta difficoltà di avvio, appariva sul tardi allorizzonte dei musicisti
Se ciò vale per Brahms, al quale Schumann aveva predetto, ai tempi in cui era noto soltanto come pianista-compositore, che il giorno in cui si fosse avvicinato al genere «sinfonico», ne sarebbero usciti capolavori assoluti, e che la sua Prima sinfonia la scrisse quando aveva 44 anni; non vale per Haydn che alla Sinfonia n.1 lavora in giovane età, anni ventisette, quando è al servizio del conte Morzin.
Detto per inciso Brahms ne scriverà quattro in tutto, Haydn invece oltre un centinaio.
Nel mezzo dei due sinfonisti, un autore del nostro passato più recente, Karol Szymanowski, ancora con unopera «prima» nel genere del concerto solistico, con il Concerto n. 1 per violino e orchestra, scritto nel 1916, influenzato dalla passione per la cultura araba e lantichità classica. Solista il bravissimo Christian Tetzlaff .
Auditorium Sala Santa Cecilia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.