Cronache

Il primo inno a Chiavari

Il primo inno a Chiavari

«Ho trovato questo manoscritto dove, tra poesie, sonetti e canti musicati, scritti da poeti dei primi anni dell'800, c'è una delle versioni dell'Inno di Mameli! «Una scoperta che mi entusiasma - spiega Rita Guardincerri, direttrice del museo - come si può vedere chiaramente nel primo verso della poesia, la diversità dell'inizio O Figlio d'Italia, l'Italia si è desta dell'elmo di Scipio, anziché, il più conosciuto da tutti Fratelli d'Italia, l'Italia si è desta… Questa differenza potrebbe dimostrare che questa copia è una delle prime versioni, se non proprio la prima! Ma chi lo può dire? - puntualizza poi, Guardincerri - guardate le condizioni di questo manoscritto, sono disastrate, parliamo dei primi dell'800!».
In quale località, il poeta avrà scritto questi versi? «È difficile a dirsi. Ci sono varie ipotesi - per onestà intellettuale, vi racconto anche i contrasti tra cittadine per attribuirsi la paternità del luogo e, forse, anche dell'autore della poesia. L'inno autografato che si trova al Museo del Risorgimento di Torino porta la data del 10 novembre 1847. Gianbattista, fratello di Goffredo, che cura gli scritti del poeta riferisce che l'inno sgorga all'improvviso nella mente di Goffredo, un giorno in cui si trova in casa del console di Francia. Nei mesi di agosto e settembre 1847 il poeta frequenta Chiavari, «leggete queste pagine - spiega la direttrice, mostrandoci altri documenti che noi riportiamo - Il 10 marzo 1847 Mameli riprende gli studi e, intanto, fu accolta la sua iscrizione alla Società Entellica, fondata a Chiavari l'anno precedente. Questa società, nata per discutere temi storici e letterari con spiccato colore liberale, è frequentata da intellettuali e studenti; Stefano Castagnola ne è il primo presidente, a casa sua ha luogo la prima adunanza i1 primo ottobre 1846. Le riunioni che avvengono presso l'uno o l'altro dei soci, hanno un carattere strettamente privato, e si fa in modo che rimanga sconosciuta l'esistenza di questo gruppo. Il 14 maggio 47 la società si trasferisce a Genova cambia il nome in Entelema; fu eletto presidente il Boccardo, e Mameli divenne suo segretario, grazie al suo ascendente, sui seguaci, nel divulgare le idee mazziniane. Dopo questo periodo vissuto a Recco e a Chiavari, Mameli sta per laurearsi, ma attratto dai moti insurrezionali che hanno origine un po' in tutta la penisola, incomincia a girare l'Italia diventando un soldato valoroso - e noi, conclude Guardincerri - lasciamo raccontare alla storia le gesta di questo patriota».
Leggiamo tra le pagine di «Fratelli d'Italia» che l'inno è stato composto prima del 9 novembre del 47, poiché sappiamo, da una lettera del Fraschini al Lamberti, in data 10 novembre 1847, che esso fu cantato quel giorno, per la prima volta, da una gran folla in occasione della visita a Genova del nunzio apostolico giunto da Roma. L'inno non ha ancora la musica.

Il primo a musicarlo fu il Mangioncalda, ma non piacque a Mameli, perciò, aiutato dal pittore Ulisse Bronzino, mandò una copia dell'inno a Michele Novaro.

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