Primo Maggio, sindacati in piazza a Rosarno Roma, "concertone" fra rock e politica

Cgil, Cisl e Uil nel paese della rivolta degli immigrati. Epifani: "Piano per il lavoro". Bonanni: "Bonus a chi assume". Angeletti: "Riforma del fisco". Maroni: "Manifestazione ci rafforza". Bersani: "Dobbiamo aggiornarci". Il Colle: "Non mortificare il lavoro". Berlusconi: "Impegno per i giovani"

Primo Maggio, sindacati in piazza a Rosarno 
Roma, "concertone" fra rock e politica

I sindacati rilanciano l'allarme occupazione e scendono in campo contro il lavoro nero, le mafie, il razzismo, lo sfruttamento degli immigrati, ma anche dei bambini, pure loro in alcuni casi costretti in schiavitù nelle periferie delle città industriali del nord. Da Rosarno, dove si è svolta la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil per il primo maggio (15 mila i partecipanti, secondo gli organizzatori) riaffermano, compatti questa volta, i valori della solidarietà e dell'integrazione.

Epifani Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha sollecitato un "piano straordinario per il lavoro"; il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, un bonus per le imprese che assumono giovani, donne e ultracinquantenni; il segretario della Uil, Luigi Angeletti, un'azione comune con imprenditori e politici contro il lavoro nero. Rosarno è ormai un simbolo, dopo che la cittadina calabrese èdiventata i primi di gennaio teatro di duri scontri tra immigrati, impiegati nella raccolta degli agrumi, e parte della popolazione locale. Ma di Rosarno ce ne sono tante, e non solo al sud. Il primo maggio quest'anno cade nel momento più drammatico della crisi occupazionale. Per questo, Epifani incalza: serve un "vero e proprio piano, sono tante le aziende che chiudono nel nord, al centro e al sud". E chiede per gli immigrati di consentire loro di restare in Italia finché gli ammortizzatori sociali gli permettono di vivere. Per non tornare alla clandestinità.

Bonanni e Angeletti Ha chiesto una riunione dei presidenti delle regioni per fare il punto della situazione, soprattutto meridionale, per poi arrivare ad una verifica col governo centrale. Ha tuonato contro i "mercanti di braccia che vivono sul sangue degli immigrati" nei confronti dei quali ci vuole il "pugno di ferro". Ha rilanciato sul fisco chiedendo una revisione delle norme. Priorità anche per Angeletti, convinto pure che vanno tagliati gli alti della politica. E che, sul lavoro nero, ha detto che il problema 'non lo risolve solo lo Stato. E' una questione che riguarda tutti".

Bersani: il governo parli di lavoro "Oggi deve arrivare al Governo un messaggio chiaro: vuoi parlare di lavoro?", attacca Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd, a Empoli per la manifestazione del Primo Maggio. "Il governo parli del lavoro che non c'é, almeno una volta - ha detto -. Forse Berlusconi ricorderà che era partito, anni fa, con un milione di posti di lavoro. Adesso quel milione lì manca. Bisogna che ci rimettiamo tutti quanti a concentrarci su questo problema e bisogna, da domani, che il Governo cominci a parlare di questa cosa che si chiama lavoro, che è la preoccupazione numero uno degli italiani".

"Aggiorniamo linguaggio e proposte, c'é un destino comune tra lavoro dipendente e autonomo". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, in una intervista a La Stampa, parla della necessità di schierare il suo partito sul terreno della lotta alla disoccupazione e alla precarietà, come tratto distintivo rispetto alle altre forze politiche. "Abbiamo problemi - spiega Bersani - nell'elettorato 'profondo', piccola imprenditoria, casalinghe, lavoro dipendente atomizzato. Quando dico che il lavoro è la questione centrale penso al lavoro dipendente ma, ritengo, che dobbiamo saper interloquire con il lavoro autonomo, il mondo delle professioni, con quello imprenditoriale fatto come Dio comanda". "Il messaggio sul quale dobbiamo insistere è questo: c'é un destino comune nell'universo del lavoro", sostiene il segretario del Pd secondo il quale "il lavoro precario non può più costare la metà di quello a tempo indeterminato". Bersani definisce il Pd come "una compagnia piuttosto allegrotta e vociante". Riguardo alle ambizioni di Nichi Vendola Bersani avverte: "chi ha rapporti di coalizione con noi, deve portarci rispetto. Sia chiaro: questo lo pretendiamo".

Schifani: patto di solidarietà "La ricorrenza della Festa del lavoro impone anche quest'anno una riflessione su questo valore irrinunciabile, fondamento stesso della nostra Repubblica. L'attuale fase di crisi economica, dalla quale il nostro Paese sta cercando, con successo, di uscire, ha prodotto gravi ripercussioni sul piano dell'occupazione". Così si è espresso il presidente del Senato, Renato Schifani, in occasione della Festa del Lavoro. 'Nonostante le efficaci misure approntate per ridurne l'impatto, numerosi lavoratori - ha osservato Schifani - si sono ritrovati, purtroppo, privi del proprio posto di lavoro e altrettante famiglie stanno fronteggiando un momento di seria difficoltà. Oggi, Primo maggio, sono loro vicino non solo con la speranza che al più presto possano ritrovare la serenità economica e la sicurezza garantita da un impiego stabile e equamente retribuito, ma anche con la consapevolezza che il lavoro è un valore in sé". "Contribuire, con la propria opera professionale, allo sviluppo della società, in tutti i suoi aspetti - ha sottolineato il presidente del Senato - è un diritto, un dovere e al tempo stesso occasione di pieno compimento della persona umana, come individuo, come componente di una famiglia, di una comunità locale e nazionale". Secondo Schifani, "compito delle Istituzioni è creare le condizioni affinché ciò si possa verificare, perché solo una Repubblica fondata sul lavoro è garanzia di coesione, solidarietà e sviluppo. Compito dei privati datori di lavoro è continuare sempre a considerare i lavoratori come persone a cui é dovuto un integrale rispetto, sia nell'impegno a mantenere i posti di lavoro, sia nel dovere di tutelare la loro sicurezza e integrità". "Che questa Festa - ha concluso il Presidente del Senato - possa essere occasione per rinnovare un patto di solidarietà fra le componenti della nostra economia, della nostra società, della nostra amata Italia".

Maroni: la manifestazione ci rafforza La manifestazione a Rosarno in occasione del Primo Maggio "rafforza la nostra posizione di contrasto totale alla illegalità e allo sfruttamento dei lavoratori". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a Milano, a margine della cerimonia di consegna delle onorificenze a 160 nuovi Maestri del lavoro lombardi, ricordando i recenti arresti effettuati dalle forze dell'ordine proprio a Rosarno. "Abbiamo arrestato a Rosarno - dice Maroni - 31 persone che sfruttavano i lavoratori, in particolare gli extracomunitari.

E' stata una operazione importante, perché era necessario riaffermare la legalità soprattutto nel campo del lavoro per garantire a tutti gli stessi diritti. Abbiamo voluto dare un segnale molto forte, lo abbiamo dato e oggi la manifestazione sindacale a Rosarno rafforza la nostra posizione di contrasto totale alla illegalità e allo sfruttamento dei lavoratori". 

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