Riccardo Signori
da Milano
LEuropa ha unaltra aria e lInter unaltra faccia. Sono rinati i fantasmi, sono ritornati i gol. Due reti per andare in Spagna con una piccola corazza e qualche certezza. Il Villarreal sa anche perdere. LInter sa di nuovo vincere. Gli spagnoli hanno incassato la prima sconfitta di questa Champions, la squadra di Mancini ha ritrovato anima e cannonieri. Adriano le ha aperto la via dopo lo shock iniziale, quel gol di Forlan che potrebbe diventare decisivo. Martins ha acchiappato la vittoria a modo suo, con una rete e unidea improbabile. Il resto è stato spettacolo e sofferenza, divertimento ed errori.
La curva di San Siro ha messo subito il muso alla sua squadra, con quei coretti invitanti al giocare con gli attributi, e quella dopo 47 secondi ha fatto il tanto per lasciar tutti pietrificati. Wome ha replicato la scenetta maldestra di Parma: Jose Mari tira, Toldo devia, Samuel è troppo indietro, Forlan è un falco. La tiepida sera di San Siro si è trasformata in una ghiacciaia, eppoi in una bolgia. Stavolta lInter è stata squadra e soprattutto maschia. Veron e Stankovic hanno cominciato a giocare come assatanati, Recoba ha chiesto aiuto al suo talento anche se poi è uscito per una botta a un ginocchio, Adriano è sceso dal letto del sonno come lavesse svegliato una doccia gelida. Il Villarreal, che pur ha nella impostazione difensiva le qualità migliori, ha cominciato a traballare. Forse mancavano uomini che contano nel suo centrocampo, forse sè sentito dun tratto Cenerentola nellinferno di San Siro. La partita ha preso vita, sostanza, bellezza. Dopo nemmeno un minuto dal gol, Adriano ha rischiato il pareggio, chiudendo verso rete un invito di Stankovic. Ma il piede salvatore di Javi Venta ha strappato palla dalla linea. Dopo due minuti, Veron ci ha provato: falso allarme. Per una volta davvero lInter ha dato sensazione di belva calcistica ferita: affamata e arrabbiata. E tanto è bastato per raccogliere frutto dopo sette minuti, quando il martellare di Stankovic ha prodotto un passaggio molliccio, un liscio di Pena e la girata in gol di Adriano. In quel momento il bomberone brasiliano ha visto tutte le stelle illuminare il suo cupo cielo di questi mesi.
La partita ha continuato ad essere avvincente: gli spagnoli meglio assestati in campo, gli interisti carichi a pallettoni. Perfino Recoba ha fatto la sua bella figura finché è stato in campo tradito da una botta dopo cinque minuti, ma indomito nel cercare passaggi e tiri che potevano far male. La difesa del Villarreal ha sbarellato spesso, Stankovic ha messo langoscia a Sorin, mozzarellone come ai tempi italiani. Solo la fascia sinistra nerazzurra, composta dallo strano duo Wome-Cesar, ha messo sconforto. Ma ieri sera lInter aveva dentro il fuoco degli insaziabili e non ha mollato mai. Javier Zanetti è stato bravo nel destabilizzare le linee difensive spagnole e non le sue. Adriano si è mangiato un gol di testa, ha sprecato due punizioni e qualche altra conclusione, ma finalmente ha trovato sintonie con se stesso e con la squadra. Di tanto in tanto, Forlan ha detto a Toldo ci sono anchio, ma sono stati solo brividi. Riquelme, il Maradona dei poveri, si è un po perso tranne nel momento di tirare punizioni e la traversa ha schiacciato locchio a Toldo dopo 18 minuti della ripresa.
Il secondo tempo interista è stato replica e conferma di quanto la squadra ha cercato e voluto nel primo. Stankovic si è scatenato nel suo selvaggio giocare e dopo otto minuti ne ha cavato il raddoppio che valeva un soffio di tranquillità: gran cross da destra e Martins si è tuffato anima e corpo sul pallone. Gol da acrobata più che da calciatore, ma il puffo nero non sa fare molto altro.
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