Ha «portato» tre milioni di euro che permetteranno di finire il recupero del teatro Franco Parenti. Ma la visita del ministro ai Beni culturali a Milano, ieri mattina, è servita soprattutto a rassicurare che «il grande obiettivo del governo per il 2008 - sul fronte della cultura - è Brera». Francesco Rutelli è deciso: «Vogliamo risolvere finalmente un punto dolente della cultura italiana. È impossibile far convivere più funzioni in una struttura che non regge più. Abbiamo individuato per lAccademia una soluzione nella caserma di via Mascheroni, aspettiamo una risposta dal ministero della Difesa e credo ci sia la disponibilità per risolvere». Ne approfitta per fare la lista dei problemi risolti grazie ai contributi statali: «Abbiamo riaperto Palazzo Litta, dato 4,5 milioni al Museo della scienza, trovato laccordo che ha permesso di fare la Prima alla Scala». Per il Piccolo teatro, che da domani chiuderà per lavori di ristrutturazione fino al 2009, il governo ha messo a disposizione «un milione per il 2007 che ha permesso di chiudere positivamente i bilanci». E per «rimettere sui binari lOrchestra Verdi, obiettivo possibile solo con la collaborazione degli enti locali, abbiamo messo in Finanziaria una norma che consente di protrarre i debiti con lEnpals nellarco di 5 anni e può permettere al Ministero di dare 3 milioni di euro per la salvezza finanziaria. Raramente cè stato un intervento del ministero della Cultura così rilevante a Milano e in così poco tempo».
Meriti che lassessore comunale alla Cultura Vittorio Sgarbi non fatica a riconoscere: «Di tutti i ministri è quello che ha dedicato più attenzione alla città. Credo che abbia svolto la funzione di ministro dei Beni culturali con più energia a Milano che a Roma, perché lì cè Veltroni, ex ministro, e la sua funzione sarebbe quindi un doppio. Qui ha uno spazio in cui tanto più dà, tanto più gli viene riconosciuto, quindi lo esorto a essere ancora più milanese». Su Brera, concorda, «Rutelli ha capito la priorità, un museo nazionale importante che va identificato come riferimento al pari della Scala. Penso che una volta risolto il caso dellAccademia si possa avere uno spazio più grande anche per la galleria e le raccolte, e la soluzione più semplice sarebbe Palazzo Cusani», anchesso proprietà del ministero alla Difesa: «I militari lo tengono perfettamente e ha spazio per ospitare 300 opere che altrimenti resterebbero nei depositi. Sarebbe un primo inizio, molto semplice, per fare una Grande Brera».
I tre milioni per finire il recupero del Parenti sono invece il «regalo» del governo per festeggiare i 35 anni del teatro: allannuncio, dato da Rutelli davanti a un parterre di personalità che negli anni e attraverso la fondazione hanno investito passione (e denaro) per far rivivere il teatro (dal presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera a quello di Mediaset Fedele Confalonieri, Bruno Ermolli, Ferruccio De Bortoli, presidente della fondazione), Andrée Ruth Shammah, regista e «anima» artistica del Parenti, non ha trattenuto un urlo di gioia e un bacio sulla guancia al ministro. «Abbiamo reso disponibili per il 2007 e il 2008 - ha spiegato Rutelli - rispettivamente 1,5 milioni che permetteranno spero di completare lultima ala del teatro. È una realtà meravigliosa per Milano e lItalia».
Fondato il 16 gennaio 1973, il Franco Parenti, nel progetto firmato da Michele De Lucchi, diventerà un vero e proprio polo culturale di 5mila metri quadri, con 5 sale teatrali, due foyer, atelier creativi: aperto e vivo anche di giorno, grazie al ristorante, piano bar, internet café. «Sarà inaugurato il 7 giugno», anticipa orgogliosa la Shammah. Un vulcano nel convincere i privati a sostenere il restauro di un teatro che è proprietà del Comune. «Non si può mai dire di no alla Shammah - scherza Tronchetti Provera - da 12 anni entra nel mio ufficio e mi convince a dire sì a ogni progetto». Questo teatro, «è un dono che Milano fa a se stessa - ha sottolineato il sindaco Letizia Moratti (assente per un malanno) nel messaggio letto dallassessore Sgarbi -. Nel 2008 altri teatri saranno restaurati e restituiti alla città».
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