nostro inviato a Strasburgo
«Idoneo per consenso». Non si parla di unanimità, ma neanche di più o meno larga maggioranza nella memoria spedita ieri dal presidente della commissione Trasporti Costa (Margherita) e dal vice-presidente del Parlamento Mauro (Forza Italia) all'aula che voterà quest'oggi la nomina di Antonio Tajani quale commissario italiano (ai Trasporti) in sostituzione di Franco Frattini.
L'audizione di lunedì notte in commissione è filata infatti liscia. Senza i trabocchetti che pure qualcuno si attendeva.
Gioco facile del resto far notare da Tajani che proprio lui ha aperto - come previsto dai trattati - la procedura d'infrazione contro Roma per via del rifinanziamento Alitalia. E a nessuno è venuto in mente di chiedere informazioni sul suo parere sul ponte di Messina. Solo sulla Tav, e in particolare sulla discussa tratta Torino-Lione, Tajani ha dovuto ammettere che esiste un certo ritardo ed è possibile se ne accumuli altro. «Il progetto - ha rilevato - esiste nero su bianco, ma manca ancora la valutazione d'impatto ambientale e so che Matteoli, prima di agire, intende confrontarsi con i rappresentanti locali».
La promozione d'aula, oggi, lo attende senza batticuori. Forse anche perché il neo-commissario ai Trasporti ha rivelato di aver espletato, da militare in aeronautica a Borgo Piave, due passi da Latina, anche il compito di controllore di volo.
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