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Primo singolare Seppi-Ferrero

Al via sulla terra di Torre del Greco lo spareggio di Davis con la favoritissima Spagna. Gli azzurri, orfani del loro numero uno Volandri e con Starace in dubbio, devono vincere per tornare tra le grandi

Lea Pericoli

da Torre del Greco

Lo chiamano «oro rosso»! È il corallo, che ha reso famosa Torre del Greco. Ed è un piccolo corno di corallo, il portafortuna a cui si aggrapperanno oggi i tifosi, impegnati in un’impresa disperata, quella di spingere alla vittoria la pattuglia azzurra contro l’armata spagnola, nello spareggio di coppa Davis. Prende il via questa mattina alle 11 l’incontro tra Italia e Spagna valido per il passaggio in prima divisione. Da una parte: Rafael Nadal, trionfatore del Roland Garros, n. 2 del mondo, vincitore di 10 tornei quest’anno, reduce dal successo della scorsa settimana a Pechino. Figuratevi che per avere la sua partecipazione i cinesi hanno versato al «Re della terra battuta» 400mila dollari. Bello, forte, sicuro di sé, Nadal con il suo tennis prorompente giocherà contro Potito Starace, l’eroe campano: «Sono nato su questa terra, ho iniziato su questi campi. Spero di dare il meglio di me. Conto sul tifo di un pubblico amico». Ha ammesso Starace che per due sere di fila ha avuto qualche linea di febbre: «Niente di grave. Probabilmente è soltanto un colpo di freddo». Ma nel dubbio che l’influenza l’abbia svuotato, il ct Barazzutti ha messo in preallarme Bracciali. Stamane la decisione. Ovvio: un problema in più. A differenza di Nadal che non teme neppure il cambio di fuso: «Non ho problemi. Sto benissimo».
Il compito di inaugurare il Centrale, stupendamente allestito da coraggiosi organizzatori con 4.200 biglietti venduti (ne rimangono 200 disponibili), spetterà ad Andreas Seppi che affronta Juan Carlos Ferrero. È Seppi in questo momento il n. 1 italiano: «Qui sono il più forte, ma soltanto perché non c’è il vero numero 1. Speriamo che torni al più presto», ha dichiarato Seppi riaprendo una ferita circa l’assenza di Filippo Volandri. Mercoledì, durante la cena di benvenuto alle due squadre, ho assistito personalmente alle congratulazioni di un responsabile della Itf al presidente della Fit Angelo Binaghi, per non avere ceduto al ricatto dei giocatori. Vale la pena di ricordare che gli spagnoli, per giocare in nazionale, prendono solo la cifra assegnata alla squadra dalla Itf, senza avanzare altre pretese. Ma stendiamo un velo pietoso su questo squallido episodio, augurandoci che serva d’esempio per il futuro.
Corrado Barazzutti ha ricordato la buona preparazione della squadra: «Ci siamo allenati nel Centro federale di Tirrenia. Giocheremo al meglio». Certo non è facile dimenticare che anche Ferrero, il loro secondo singolarista, non solo ha vinto Roland Garros ma è stato n. 1 del mondo. Sabato alle 14 Bracciali e Galimberti disputeranno il doppio contro Nadal e Lopez. «Contro Lopez abbiamo vinto a Montecarlo però era in coppia con Knowles», ha ricordato Bracciali. «Non partiamo sconfitti. Ce la giocheremo», ha detto Galimberti.
Nella giornata conclusiva, sperando che il risultato sia ancora in bilico, Nadal giocherà per primo contro Seppi. Chiuderanno la sfida Starace e Ferrero. Come vedete mi sono arrampicata sugli specchi per ipotizzare qualcosa di irreale. Il mio irriducibile ottimismo mi spinge a sperare in un miracolo. Lo stesso miracolo che gli spettatori chiedono al «corno di corallo» di Torre del Greco, mentre i napoletani pregano San Gennaro e gli irriverenti fanno paragoni con il miracolo di ascolti di Pupo su Raiuno. Sarebbe stata meglio una superficie veloce? Secondo Arrese, il loro capitano, non avrebbe fatto differenza: «La Spagna è fortissima. Nadal ha vinto a Pechino sul sintetico». Auguro agli azzurri che il Dio del tennis ci conceda di affrontare il nemico con dignità.

Tutto il resto è utopia.

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