Gabriele d'Annunzio definiva Mario Buccellati "Il principe degli orafi" e gli commissionava per lettera collane ombelicali da regalare a Eleonora Duse e sontuosi gemelli o preziosissime tabacchiere per se stesso. Queste gustose missive cui il gioielliere doveva spesso rispondere con solleciti di pagamento è conservato nel libro Caro Mario... lettere di D'Annunzio al suo gioielliere pubblicato anni fa dall'editore Scheiwiller e oggi pressoché introvabile. Sta di fatto che la famiglia Buccellati ha intitolato proprio The Prince of Goldsmiths la grande retrospettiva sulla storia della maison oggi controllata dal Gruppo Richemont. A cura di Alba Cappellieri che ha selezionato gioielli e oggetti da esporre negli incredibili allestimenti di Marco Balich, la mostra è stata presentata una prima volta a Venezia e dallo scorso sabato è a Shanghai in una nuova versione più focalizzata sulle lavorazioni, sulla cultura e sull'heritage. Ne parliamo con Maria Cristina Buccellati, direttore della comunicazione del brand.
Dove e come è allestita la mostra?
"All'Exhibition Center di Shangai, un magnifico palazzo che la Russia ha regalato alla Cina negli anni Cinquanta e che a me ricorda le cosiddette Sette sorelle di Mosca. Esponiamo in tutto 150 gioielli e 100 pezzi di argenteria creati in più di un secolo di storia. Ormai siamo alla terza generazione di Buccellati alla guida creativa del brand e con mia nipote Lucrezia si sta già facendo avanti la quarta".
Cosa piace ai cinesi della vostra storia?
"Direi tutto. Sta avendo un enorme successo la sezione dedicata al Tesoro di Boscoreale che mio nonno vide al Louvre e fece rifare in laboratorio dai suoi migliori argentieri. Si tratta di 108 tra vasi, piatti, coppe e bicchieri del I sec. d.C rinvenuti nel 1895 durante gli scavi di una villa romana nelle campagne intorno a Pompei. Tutti gli oggetti sono in argento e oro con incredibili decorazioni sbalzate a mano dall'interno, una tecnica oggi irripetibile. Il tesoro fu trafugato e rivenduto all'estero. L'acquirente principale fu il barone de Rothschild che alla fine cedette tutto al Louvre impedendo di fatto la restituzione del tesoro all'Italia".
Pensa che suo nonno l'abbia rifatto per risarcire gli italiani del furto subito?
"Non ho idea e se l'ha fatto è stato un gesto bellissimo. Certo per chiunque si occupi di oggetti preziosi il Tesoro di Boscoreale è qualcosa d'inarrivabile. I boccali decorati con una fila di scheletri danzanti e la coppa con un intreccio di rami da cui pendono a grandezza naturale delle olive sono autentici capolavori di arte orafa. Non esistono più gli artigiani in grado di realizzare cose simili. Infatti un tempo potevamo anche vendere queste fedelissime riproduzioni, oggi sono il cuore del nostro archivio.
Per voi l'argenteria è molto importante e visto i prezzi dell'oro forse potreste lanciare anche una linea di gioielli in argento, ci avete mai pensato?
"Francamente no. Tra l'altro nel Tesoro di Boscoreale quasi tutti gli oggetti all'interno sono in oro perché venivano usati anche per bere o mangiare e l'oro non ossidandosi è più igienico e pulito dell'argento. In ogni caso Buccellati con il biondo metallo ha una lunga storia d'amore oltre a una decina di tecniche d'incisione che sono tra le nostre caratteristiche vincenti. C'è il rigato, il telato, l'ornato e soprattutto l'intrecciato che è fatto con un filo sottilissimo d'oro arrotolato a mano su se stesso fino a creare un motivo inconfondibile. Più che vederlo si sente al tatto, ma è una cosa che cambia radicalmente i volumi del gioiello. Se guardi con una lente d'ingrandimento il bordo dei nostri anelli vedi delle minuscole fogliette realizzate con la tecnica del modellato. Infine abbiamo la lavorazione detta tulle o nido d'ape e prevede che gli artigiani prendano una lastra d'oro su cui disegnano con la china la forma del gioiello da realizzare.
Per prima cosa la tagliano con il seghetto e poi con un minuscolo trapano fanno dei buchini su tutto il bordo esterno. Ogni artigiano riesce a dare una forma diversa ai suoi trafori, quei buchetti sono la loro firma e questo è bellissimo, il fattore umano che diventa un lusso segreto, il più elegante che ci sia".