Le descrizioni sono opulente e suggestive, abbondano di aggettivi che come lampi di colore evocano le immagini di sensazioni e odori, a loro volta sapientemente combinati per tratteggiare i personaggi di «Principi Generali», un breve libro di Giuseppe Mazzaglia, catanese, ripubblicato quest'anno da Il Canneto Editore: l'io narrante è un professore, uomo bello e persona colta, la cui lucidità e razionalità sono spazzate via il giorno delle nozze. Nozze volute e odiate, perché il tema odio-amore è qui un dipinto scomposto in parole: il lettore non può far altro che precipitare nella chiara follia in cui Sèrgia trascina il suo sposo, parteggiando ora per l'uno ora per l'altra, affezionandosi alle ricche immagini di un tragico viaggio di nozze.
«La bella, la stupida, la superba, la sgualdrina, la cavallona»: il disprezzo e il desiderio sono gli ingredienti immancabili di queste 116 pagine di incalzanti descrizioni poetiche ed estetiche, che portano a un intreccio irreale di gelosia e ossessione sessuale.
La differenza di classe sociale è sottolineata più volte dallo sposo - l'io narrante - che pagina dopo pagina rimane però sempre più sorpreso dalla capacità di Sèrgia di adattarsi naturalmente alle mute regole della buona educazione, pur tuttavia sperando e temendo in un suo improvviso passo falso: questo timore fa parte delle fragilità del protagonista, che teme di essere «smascherato» come impostore, nell'aver scelto come compagna di vita una «povera orfana ignorante».
Tuttavia la scelta di Sèrgia è ineluttabile: il fidanzamento è strappato dalla madre di lei ai due protagonisti e «lui» si trova inghiottito in un contesto femminile dove tutto è un continuo richiamo a una sessualità contorta e opulente: lui è affidabile, chiuso, frustrato mentre lei è solare, sensuale, calcolatrice, e tra i due inizia una battaglia silenziosa e mentale fatta di provocazioni e timori, che portano inequivocabilmente Sèrgia a condurre il gioco di coppia.
Giovane, bella, affascinante e sensuale: nella Sicilia di un tempo sospeso e irreale, Sèrgia si trova a essere la protagonista dei desideri degli ospiti del luogo della sua luna di miele, e dalle parole dell'io narrante emerge il ritratto di una giovane spregiudicata, poco soddisfatta del recente matrimonio, che si concede al marito sognando e sperando di potersi concedere anche ad altri.
Il libro è un ritratto onirico di un equilibrio intimo difficile da raggiungere, un incalzante dialogo di immagini che i due protagonisti sono costretti a scambiarsi per stabilire un vincitore nell'ottica di una vita a due che ha il suo inizio a Grottalumera Jonica il 12 novembre 1976: ora provocante, ora scandaloso, il libro ripercorre la scoperta della vita privatissima di una coppia di giovani degli anni Settanta italiani, divisi da cultura e classe sociale, e disperatamente bisognosi di un appagamento reciproco.
Giuseppe Mazzaglia, classe 1926, sapientemente unisce poetica e tecnica descrittiva a un tema delicato e difficile, creando un lavoro interessante e intenso, pubblicato per la prima volta nel 1993 da Anabasi; Mazzaglia è anche autore della raccolta di racconti «La Dama selvatica» del 1961 e dei romanzi «Ricordo di Anna Paola Spadoni» e «La pietra di Malantino», pubblicati rispettivamente nel 1969 e nel 1976.
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