Privacy, Finanziaria, fisco Pdl e Lega trovano l’intesa

Vertice a palazzo Grazioli fra gli stati maggiori del centrodestra. Berlusconi ottiene il consenso su tutte le proposte. Il Carroccio strappa il sì sull’estensione delle intercettazioni contro la corruzione

da Roma

«È andato tutto bene», ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, uscendo dal vertice di ieri pomeriggio a palazzo Grazioli. «C’è l’accordo su tutto», gli ha fatto eco il ministro per la Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli.
E, in effetti, l’incontro è stato un successo. Il presidente del Consiglio e leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ha ottenuto il consenso leghista su tutte le misure che il governo intende intraprendere. In primis, il provvedimento sulle intercettazioni al quale il Carroccio è riuscito ad allargare le maglie confermando l’utilizzo di questa tecnica investigativa anche per i reati contro la pubblica amministrazione come corruzione e concussione che prevedono pene inferiori a dieci anni.
«Il Paese non capirebbe», avrebbero detto alcuni partecipanti alla riunione cercando di convincere il premier. Un giusto provvedimento per arginare l’utilizzo indiscriminato delle intercettazioni, è il ragionamento in sintesi, avrebbe potuto essere trasformato in un «autogol» dalla solita campagna mediatica antiberlusconiana in procinto di scatenarsi, fomentata dalle truppe dipietriste. Soprattutto dalle dichiarazioni dell’ex pm e dei suoi uomini che miravano a presentare la norma come un mezzo per garantire impunità.
I due stati maggiori (per il Pdl erano presenti Letta, Tremonti, Sacconi, Brunetta, Matteoli e Scajola, per la Lega Bossi, Calderoli, Maroni e Cota) si sono confrontati anche sul varo della prossima Finanziaria. Già la prossima settimana, ha affermato Scajola, «il governo presenterà il piano triennale per il risanamento dei conti pubblici». Si tratta di un intervento da circa 35 miliardi per il triennio 2009-2011 e per quest’anno è attesa una manovra correttiva da 3 miliardi per rispettare l’obiettivo di un rapporto deficit/Pil pari al 2,4 per cento.
Ecco così che quell’«abbastanza» usato da Umberto Bossi per commentare l’intesa raggiunta sul ddl intercettazioni può analogamente spiegare l’accordo tra le due anime del centrodestra in materia di fiscalità generale.
Se sulla lotta ai «fannulloni» e agli sprechi della pubblica amministrazione c’è totale sintonia come testimonia l’intenzione di procedere a un blocco della progressiva stabilizzazione dei precari nella pa, il discorso è leggermente diverso per quanto riguarda gli altri provvedimenti volti a conseguire un risparmio all’amministrazione dello Stato. Non è un mistero, infatti, che la Lega, da sempre attiva nella difesa dei suoi territori di riferimento, abbia riserve su alcune misure come la limitazione del proliferare delle province (in particolare quella di Monza e Brianza) e come l’abolizione delle comunità montane.
Il caso ha poi voluto che la stretta imposta dall’obbligo di rispettare i parametri Ue si intrecciasse con la penosa situazione del bilancio del Comune di Roma. Il neosindaco Alemanno è da settimane alle prese con l’extradeficit lasciato dalla gestione Veltroni, un «buco» superiore ai circa 7 miliardi testimoniati dai dati ufficiali. Il Carroccio nel corso del vertice avrebbe rinnovato la propria contrarietà a soluzioni ad hoc mentre tutto il Nord è chiamato a necessari sacrifici.
Lo stesso annuncio dato dal ministro dell’Interno Maroni nel corso della Conferenza unificata con i Comuni può essere interpretato come la ricerca di un delicato equilibrio. Entro fine giugno i municipi potranno contare sul 50% dei rimborsi Ici come compensazione per l’abolizione dell’imposta sulla prima casa. Il restante 50% sarà oggetto di un tavolo tecnico. Con questa anticipazione (e forse con altre riguardanti Irpef o Iva) si riuscirà a eliminare lo spettro del commissariamento sul Campidoglio e anche il sospetto che si usino due pesi e due misure quando si tratta della Capitale.
Poi spetterà anche al titolare del Tesoro, Giulio Tremonti, da sempre in ottimi rapporti con la Lega, accelerare sul versante del federalismo fiscale in modo che risparmi e riforme possano marciare di pari passo.

Allo stesso modo, sarà determinante il modo con cui la «Robin Hood tax» trasferirà risorse dagli extraprofitti delle aziende ai ceti più disagiati. E come ha ben sottolineato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, «tutti devono partecipare allo sforzo che il Paese deve compiere».

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