Politica

Privacy, il Garante: "No a sanzioni ai giornalisti"

Il Garante della Privacy esprime perplessità sulle nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità di notizie acquisite e trattate dai giudici: "Opportuna una nuova disciplina". Poi al governo: "Ci ascolti, non faccia interventi estemporanei"

Privacy, il Garante: "No a sanzioni ai giornalisti"

Roma - No alle sanzioni penali per i giornalisti che pubblicano informazioni acquisite e trattate dai giudici. A esprimere perplessità sulle nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità di notizie acquisite e trattate dai giudici è il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti. Nella relazione sull’attività 2008, Pizzetti sottolinea che "una nuova disciplina è opportuna" ma ribadisce "perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico degli operatori dell’informazione".

L'appello al governo Il Parlamento e il governo devono ascoltare "sempre" il Garante della Privacy quando interviene in materia di tutela dei dati personali. È un appello in piena regola quello che Pizzetti rivolge all’esecutivo e al Parlamento, in occasione della Relazione sull’attività 2008. In particolare Pizzetti punta il dito contro "la proroga dei tempi di conservazione dei dati di traffico telefonico" e contro il "mutamento temporaneo delle regole sull’utilizzazione degli elenchi telefonici a fini promozionali". Il Garante ringrazia le forze politiche, ma sottolinea: "Nel corso dell’anno non sono mancati, però, interventi legislativi estemporanei che, operando con modifiche, talvolta persino transitorie, a singole norme del Codice, hanno introdotto innovazioni non sempre positive. Ci riferiamo, in particolare, alla la proroga dei tempi di conservazione dei dati di traffico telefonico e al mutamento temporaneo delle regole sull’utilizzazione degli elenchi telefonici a fini promozionali". Proprio su questo ultimo punto insiste il Garante: "E' un’intollerabile intromissione nella vita privata degli utenti e delle loro famiglie". Ecco perché si definisce "sorpreso" per l’intervento legislativo che ha consentito l’uso degli elenchi fino a dicembre 2009. Ma Pizzetti stigmatizza anche la recente modifica dell’art.1 del Codice, che ha introdotto "una disciplina derogatoria alla protezione dei dati personali dei pubblici funzionari della quale - dice - pur apprezzando l’intento, rileviamo la pericolosa ampiezza e genericità". In sintesi, secondo il presidente dell’Authority, "interventi settoriali come questi andrebbero evitati". E allora conclude: "Facciamo appello al Parlamento e al governo perchè si ascolti sempre il Garante quando si interviene sulla protezione dei dati personali".

Niente sanzioni per i giornalisti Secondo il Garante della privacy, infatti, "non tocca all’Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà d’informazione garantita dalla Costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini".

Per Pizzetti "non vi è ragione di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy, che deve invece sempre essere valutata caso per caso".

Commenti