Da sempre il Natale non è festeggiato a dovere se, oltre che con i sentimenti, non è accolto con qualche segno esteriore. Ghirlande, alberi natalizi, candele, festoni, luci, presepi non necessariamente sono espressioni di una mentalità consumistica, ma sono modi per esternare valori e stati d'animo. Per Paolo Taverna, direttore generale di Assogiocattoli, associazione che rappresenta, oltre agli operatori del settore giochi, anche quelli delle decorazioni (un mercato che, in Italia, vale circa 200 milioni di euro), «il fatto che molti negozi e privati abbiano già allestito luminarie nelle vetrine e sui balconi è positivo. Quelle lucine ci dicono che, nonostante tutto, c'è ottimismo. Saranno segnali deboli ma incoraggianti».
Così sembrano essere di buon auspicio i primi rilevamenti delle vendite di alberi di Natale e addobbi. Che dimostrano anche qualche cambiamento rispetto al passato. «Sono sempre di più - racconta Taverna - le giovani coppie che acquistano alberi in plastica». Senza voler togliere nulla alla scelta dellabete classico, un prodotto in materiale sintetico, magari proveniente dal riciclo, è più ecologico (nel senso che, anche se fabbricato in plastica, è destinato a durare nel tempo), non sporca e si conserva più facilmente.
Se da una parte si assiste a una crescita della coscienza ambientale, cè ancora molto da fare sotto quello dellattenzione alla qualità dei prodotti. Secondo Assogiocattoli, nel solo dicembre 2009 sono stati sequestrati in Italia oltre 41mila pezzi non sicuri e contraffatti. Si ritiene che le catene luminose siano tra gli articoli maggiormente a rischio.
Privilegiare la qualità dei prodotti
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