Il «tappo» per il buco nel bilancio capitolino potrebbe arrivare con la prossima Finanziaria. Dopo lincontro di mercoledì tra il sindaco Gianni Alemanno e il ministro dellEconomia Giulio Tremonti, ieri nello studio di Gianfranco Fini, a Montecitorio, i due si sono incrociati nuovamente. Ma il sindaco è stato lapidario: «Questa è solo una visita di cortesia dopo le mie dimissioni dalla Camera, abbiamo fatto una chiacchierata generale dal punto di vista politico, ma non cè stata nessuna riunione sui conti del Comune». E la concomitante presenza di Tremonti e del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, secondo il portavoce di Fini, era dovuta a una «successiva riunione sui prossimi provvedimenti in materia economica e di riforme».
Ufficialmente nessuna ulteriore novità, dunque. La deadline più immediata resta insomma quella di giovedì prossimo. Il 19 giugno, in occasione della manovra economica del governo, dovrebbe arrivare una misura straordinaria per le finanze capitoline. Una data emersa come decisiva dopo il faccia a faccia di mercoledì con Tremonti, dove sarebbe stato deciso di intervenire a favore della capitale con un miliardo e mezzo di euro nel triennio 2008-2010. Ma se sulla necessità di un iniezione di liquidità per Roma sembrano essere tutti daccordo, il problema è sui fondi da stanziare nel breve periodo. In vista dellassestamento di bilancio, lamministrazione Alemanno vorrebbe vedersi assegnate un anticipo della somma indicata in Finanziaria, almeno mezzo miliardo, già nel 2008, come misura urgente da approvare per decreto. Sul punto, però, bisognerà attendere il verdetto degli ispettori del Tesoro sulla situazione dei conti comunali. E se, come si spera, non ci saranno sorprese fuori bilancio, e la dimensione del deficit non sarà fuori controllo, paradossalmente il mancato dissesto potrebbe rendere più complessa (perché meno giustificata) lapprovazione di una misura urgente per scongiurare tagli e riduzioni di spesa. La chiave è quindi la dimensione del deficit. Se il buco fosse sproporzionato, il rischio di un commissariamento sarebbe concreto. Se dalle verifiche lo squilibrio non supererà i 7 miliardi «noti», sarà scongiurato il dissesto ma potrebbe essere complicato trovare una strada per accelerare larrivo dei fondi per la capitale, ma proprio su un percorso che renda comunque possibile il decreto si sta lavorando.
In attesa dei «dati certi», Alemanno ieri ha incassato loutlook negativo sul bilancio capitolino da parte dellagenzia di rating Fitch. «È un dato che avevamo già rilevato - ha osservato il primo cittadino - ma faremo tutto il possibile per evitare un declassamento dei conti della città». No comment invece sullipotesi di una tassa di dieci euro da far pagare ai turisti in visita nella Città eterna («Lho letto sui giornali, ma non ne abbiamo parlato»), le attenzioni del sindaco sono tutte sulle prossime scelte di Palazzo Chigi, che potrebbero anche prevedere il conferimento di poteri straordinari al primo cittadino: «Stiamo lavorando con il governo - ha concluso Alemanno - per trovare risorse e norme per uscire da questa situazione difficile: contiamo per la prossima settimana di avere segnali molto positivi per la città di Roma». Auspicio al quale si unisce anche il segretario regionale dellUdc, Luciano Ciocchetti. Che, a proposito della «drammatica consistenza del deficit comunale», si augura che dallincontro tra sindaco ed esecutivo «non arrivi solo una mancia». Per lesponente centrista, lipotesi di un «commissariamento» del Campidoglio è da evitare, «perché si potrebbero bloccare le grandi opere».
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