Problemi di gioco A questa squadra manca un regista

Chi dice che l’Inter non ha fantasia? Ieri per vincere si è dovuta inventare Stankovic goleador. Sennò sai i dolori? Solita storia: con l’Inter non manca mai il bello dell’imprevisto e dell’imprevedibile. Non c’è domenica in cui non coltivi la sua impossibilità di essere normale. Ieri pomeriggio, per esempio, ha sofferto, sbuffato, maledetto il pallone per almeno un tempo. Doccia gelida per quel gol gioiello di Mascara, una leccornia calcistica agevolata dalla distrazione di Julio Cesar. Stravaganza: sembra che i portieri nerazzurri abbiano un virus. Julio Cesar ha rimediato la stessa figuraccia toccata a Toldo contro lo Sporting Lisbona. E dopo la figuraccia, a chi affidarsi per rimettere in sesto la partita? Qui il problema e qui l’ennesima contraddizione nerazzurra. L’Inter, in questo campionato, ha sempre segnato, ma ieri più che mai ha dimostrato d’essere spuntata o perlomeno impotente nei giocatori d’attacco. Fra Adriano e Ibrahimovic era un bel chiedersi: cosa ci stanno a fare? Cruz stava in panchina, Recoba pure per la dannazione dei suoi imperdonabili adulatori. Ma in campo l’Inter non tirava o tirava male. Ibra perso nei suoi colpi di tacco e nei litigi con Sottil. Adriano sperduto in chissà quali pensieri. Dicono gli abbia fatto male una capocciata in contrasto con Minelli. Colpo alla testa, ma chissà come suonava la medesima? Per ora il suo giocare calcistico è vuoto, da mal di testa più che da colpo alla testa. Un giocatore perso, più che un centravanti dal gol perduto.
Per trovare gol, al Catania è bastato un gioco di prestigio. All’Inter c’è voluta tutta la determinazione, la grinta e il talento di Stankovic che ha voluto lasciar traccia nella sua storia nerazzurra segnando la prima doppietta da quando gioca a Milano. E per tutti è stato un bel sollievo. Ma il problema rimane: nelle prime partite della stagione la squadra produceva tante occasioni, ora molto meno. E le reti nella sua porta non mancano mai: cinque nelle ultime tre partite di campionato, otto in sei incontri. Numeri che mettono in pericolo qualunque idea da scudetto. Aggiungete che la squadra ha già sbagliato due rigori su due (l’altra volta toccò a Ibrahimovic) e il grattar di crapa di Mancini comincerà a farsi da esaurimento nervoso.
Ed ora il problema si fa più grave con vista Champions. L’Inter ha bisogno di trovare gol ed evitare ogni trappola. Contro il Catania è andata in totale affanno per un tempo, poi forza e qualità hanno fatto la differenza. Problemi di gioco che il ritorno di Vieira e, in tempi più lunghi, quello di Cambiasso, potrebbero rendere meno preoccupante. Ma a questa squadra manca un uomo di regia. Persi Veron e Pizarro, ci voleva qualcosa in più. Stankovic e Dacourt sono solo ragazzi di buona volontà.

Buon per squadra e tifosi che il serbo sia uomo dalle mille risorse e, ancora una volta, sia diventato l’uomo della Provvidenza. Che non vuole dire essere l’uomo della Previdenza. Quella dovevano assicurarla Adriano, Ibrahimovic, Crespo, Recoba e Cruz. Per ora il conto è in rosso.

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