Processo a Burlando: la sentenza di Tonino spaventa la giunta

(..) Ma a decidere, quale sarà il futuro della giunta Burlando in regione non sarà né lui, né, forse, i rappresentanti liguri del partito, bensì Antonio Di Pietro in persona. «Lunedì saremo tutti quanti a Roma, parleremo con Di Pietro e con lo staff nazionale e poi valuteremo il da farsi», confessa il capogruppo dell'Idv in regione Nicolò Scialfa. Perché subito dopo la riunione di maggioranza, i vertici liguri del partito si sono riuniti in assemblea. Scialfa, il segretario regionale Giovanni Paladini, l'assessore e vice presidente del consiglio regionale Marilyn Fusco e tutti i membri del partito. Che fare? Imporsi sulla scelta del taglio degli assessori e far cadere la giunta o cedere e rischiare di perdere la faccia? Sul tavolo c’è ben altro. L'Idv in Liguria vuole più considerazione da Burlando e vuole contare per quanto pesa. «Da oggi di fatto siamo in 6 e non più in 4 -spiega Scialfa- Chiesa e Capurro (coloro che avevano inizialmente chiesto il taglio degli assessori esterni) si sono mossi in sintonia con noi anche se non passeranno con noi. Pensare che questo "ambaradan" nasca perché Scialfa vuole fare l'assessore è un errore clamoroso. Noi non abbiamo chiesto niente, anzi. Di certo non vogliamo mandare in crisi la regione, non siamo impazziti, ma dobbiamo valutare bene la situazione e lunedì chiuderemo il quadro».
Ma cosa ci si deve aspettare? Tutto sta nel capire se l'Idv «si accontenta» della presa di posizione di Burlando e quindi è decisa a far rientrare la crisi o se rimarrà intransigente sulle sue posizioni facendo così saltare il banco. «Abbiamo apprezzato alcuni passaggi di Burlando. Può bastare così purché abbiamo le risposte che vogliamo -afferma Scialfa- Vogliamo precise garanzie. E poi se la proposta fosse arrivata da Monti non avrebbe riscosso il plauso nazionale?».
Dello stesso avviso anche Paladini che dice «Abbiamo ascoltato le proposte del presidente Claudio Burlando, adesso ne discuteremo». Ma intanto lancia un messaggio nemmeno troppo velato a Burlando. «Un accordo non può essere tutto da una parte o dall'altra». Come dire: possiamo piegarci ma non più di tanto. Tutto rimandato a lunedì e, di conseguenza, alla seduta del consiglio regionale di martedì che si annuncia di fuoco. «Non faccio pronostici», ha detto Burlando al termine del vertice. Eppure in avvio di giornata Burlando aveva sfoderato un colpo di genio. Dal suo account Twitter aveva lanciato questo messaggio. «Dato quello che succede di solito, non sarebbe meglio invitare direttamente i giornalisti alla riunione di maggioranza»? Detto e fatto. La riunione di maggioranza è aperta alla stampa e in diretta tv. Che c’è di strano? Se si deve «minacciarti politicamente» qualcuno, lo si fa quanto più lontano possibile da una telecamera o da un taccuino, altrimenti, inevitabilmente, ci si ammorbidisce un po' e ci si mette un pochino in posa. Una trovata che ha rimandato l’eventuale caduta al vertice romano di lunedì a casa Di Pietro. Con le dinamiche nazionali, in primis la manovra Monti, che di fatto decideranno il futuro della giunta regionale della Liguria.

Se «il Tonino furioso» avrà la meglio sul Di Pietro alleato del centrosinistra, e vorrà dimostrare a tutti quanto può pesare il suo partito a livello nazionale, per Burlando e per la sua giunta sarà davvero arrivato il tempo dei titoli di coda.

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