Napoli Dura appena 15 minuti la deposizione di Roberto Mancini al processo di Calciopoli. Ma è Luciano Moggi, con la sua replica a distanza a Carlo Ancelotti in chiusura, ad animare ludienza di ieri. Lallenatore del Manchester City spiega ai magistrati i motivi delle sue recriminazioni contro gli arbitraggi nel campionato 2004-05, quando era sulla panchina dellInter. Proteste che il tecnico riconduce alla «foga» agonistica che si vive durante le partite. «Alla fine della partita con la Roma - ricorda - a Rosetti dissi che prima o poi avrebbero pagato tutto, lui e i suoi amici di Torino. Lo dissi nella foga, solo perché Rosetti era di Torino. Alludevo a Moggi. Ci sono momenti nei quali si pensa di aver subito un torto: collegai larbitro con Torino, dissi quelle cose solo per questo e non per altro».
Dopo Mancini, a chiusura di udienza, è stato lex dg della Juve ad animare il processo con le sue dichiarazioni spontanee: «Ancelotti ha detto di sentirsi defraudato, dico che probabilmente i defraudati siamo stati noi». Moggi ha ricordato tre partite del Milan con Ancelotti allenatore, Parma-Milan, Reggina-Milan e Atalanta-Milan - arbitrate rispettivamente da Pieri, Racalbuto e Bertini - in cui, moviole dellepoca alla mano, ci furono episodi controversi giudicati in favore dei rossoneri. «Se è vero - ha sottolineato Moggi - che questi arbitri facevano parte della Cupola, avrebbero dovuto decidere diversamente. Sentendo queste cose, probabilmente i defraudati siamo stati noi».
Infine Moggi ha parlato dellarbitro De Santis: «Non si può dire che siamo amici perché mi dà del tu, perché De Santis se incontra il presidente della Repubblica dà del tu pure a lui, è così di carattere. In ogni caso non lho mai chiamato e, per dirla tutta, non mi stava neanche tanto simpatico».
Il processo riprenderà il primo giugno.
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