Al processo di Meredith Raffaele e Amanda difesi da mamma e papà

I genitori dei due imputati sul banco dei testimoni. Edda Mellas: "Non ci sono prove contro mia figlia. Dice la verità ed è innocente". Francesco Sollecito: "Raffaele è vittima degli errori grossolani di quest’indagine"

Al processo di Meredith 
Raffaele e Amanda 
difesi da mamma e papà

Perugia - Mamme e papà. Tocca a loro il proscenio davanti alla Corte d’Assise di Perugia. Per difendere i figli dall’accusa di aver ucciso Meredith. Amanda e Raffaele, la candida americanina e l’ingegnere di Giovinazzo, ascoltano i rispettivi genitori sedendo sul banco degli imputati. Edda Mellas, madre della bella «Foxy», è lapidaria: «Non ci sono prove contro di lei e mia figlia sta raccontando la verità». Sui rapporti con le coinquiline della casa di via della Pergola assicura: «Amanda era veramente contenta -,sostiene Edda - di vivere con queste ragazze. Non mi ha mai manifestato qualche problema. Di Meredith Kercher disse di esserle molto legata. E quando l’avvocato Luciano Ghirga le chiede se Amanda, dopo il delitto avesse fatto cenno di voler tornare in America, risponde: «Nonostante stesse male e avesse paura per quello che era successo, mi ha sempre detto che voleva restare in Italia per aiutare la polizia».

Francesco Sollecito, il padre di Raffaele, punta invece l’indice sugli investigatori. Parla di «grossolani errori che sono costati e stanno costando il carcere a Lele». Un attacco mirato che poi viene supportato da un fatto concreto: l’impronta di scarpa nella casa di via della Pergola che prima venne attribuita a Raffaele Sollecito e poi si croprì di essere di Rudy Guede. «Quell’impronta - ha detto Francesco Sollecito - ha portato il gip a convalidare il fermo. Siamo stati sempre convinti - ha sottolineato ancora il medico - dell’assoluta innocenza e della totale estraneità alle accuse di Raffaele. Ci siamo subito prodigati, nel rispetto della legalità, per trovare tutti i modi per scagionarlo».

Il papà dell’ingegnere di Giovinazzo ha quindi fatto riferimento a un dossier preparato per dimostrare che la scena del delitto venne modificata dalla polizia scientifica tra il primo e il secondo sopralluogo.


mentre emerge un particolare inquietante. Un ragazzo che frequentava la cascina di via della Pergola, ascoltato ieri dal pm Giuliano Mignini, ha ribadito che «Meredith da un po’ di tempo era turbata perché aveva visto aggirarsi un uomo fuori da casa».

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