Milano - Silvio Berlusconi è entrato nell’aula della Prima Corte d’Assise d’appello di Milano dove sta per cominciare, davanti ai giudici della Decima sezione penale, il processo Mills, che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari. Per oggi è prevista la testimonianza dell’armatore Diego Attanasio, uno dei testi chiave del processo. L’ultima volta che il presidente del Consiglio era entrato a palazzo di Giustizia come imputato in uno dei suoi processi era il 16 maggio scorso, sempre per il procedimento Mills.
Prescrizione più vicina Il processo Mills è stato rinviato al prossimo 18 luglio e sono dunque "saltate" quattro udienze già fissate in calendario. Il lungo rinvio di un mese si è reso necessario perché le rogatorie per sentire i testi inglesi, come hanno spiegato i giudici, non saranno possibili fino a fine luglio e la rogatoria per sentire i testi svizzeri è fissata per il 18 luglio. Inoltre i giudici hanno confermato la loro ordinanza che dà la possibilità alla difesa di Berlusconi di attendere che siano finiti tutti i testimoni del pm prima di sentire i testi della difesa, anche italiani.
Parla Attanasio "Mills le ha mai detto 'Senta ho tenuto per me, per esempio, 600 mila dollari'?" ha chiesto il pm De Pasquale all’armatore napoletano, in passato cliente dell’avvocato di affari inglese che ha gestito per lui 10 milioni di dollari. "No" ha risposto Attanasio. "Lei ha mai regalato 600mila dollari a Mills?" ha chiesto ancora il pm e il testimone ha risposto: "Mi sembra proprio di no, non ci sarebbe stato motivo per me per regalare 600mila dollari a Mills". Attanasio ha chiarito inoltre di non aver mai prestato quella cifra al legale inglese e di non sapere "i movimenti che faceva" Mills nella gestione dei fondi. L’armatore inoltre ha spiegato di aver "firmato diversi documenti in bianco, perché Mills mi disse che per gestire i miei soldi gli servivano alcuni documenti firmati da me in bianco". Infine, alla domanda del pm che gli chiedeva se avesse mai saputo di problemi fiscali e nella movimentazione del denaro avuti da Mills, Attanasio ha risposto: "Mi sarebbe sembrato strano che un esperto di fiscalità si trovasse con problemi fiscali". Secondo il pm i 600mila dollari sarebbero il prezzo della corruzione tra il fondatore di Fininvest e il legale inglese. Secondo la difesa del premier e anche secondo la difesa dello stesso Mills (nel processo già concluso) i 600mila dollari provenivano da Attanasio. Ma l'armatore ha smentito questa circostanza.
Udienza sospesa I legali del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, hanno chiesto di ascoltare l'armatore Diego Attanasio non come testimone, ma come teste-imputato in un procedimento connesso, circostanza che gli consentirebbe di avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo i legali del premier, Piero Longo e Niccolò Ghedini, infatti, il processo Mills sarebbe collegato a un procedimento che ha visto l'armatore partenopeo comparire davanti tribunale di Salerno per corruzione. Per il pm Fabio De Pasquale, però, la richiesta della difesa Berlusconi non è ammissibile, perché è stata respinta una identica eccezione dal tribunale di Milano il 13 aprile 2007, quando ancora si svolgeva il processo a Mills e Berlusconi assieme (in un secondo momento la posizione del premier è stata stralciata). Ascoltare Attanasio come teste - imputato "è un desiderio che non ha ragion d'essere", ha spiegato il pm. "Tutta quella massa di carte depositata dalla difesa Berlusconi - ha detto De Pasquale, riferendosi ai moltissimi documenti depositati da Ghedini e Longo ai giudici del collegio questa mattina - è inutile, così come lo è l'ottima sintesi fatta da Ghedini sulle attività dell'armatore Attanasio. Non c'è nessun collegamento tra i capi di imputazione dei due processi, né a livello probatorio, né a livello temporale. Capisco che la difesa ha interesse a sentire Attanasio come teste-imputato, ma credo che il collegio debba respingere in modo secco l'eccezione". Il pm ha anche ricordato che Attanasio fu condannato per fatti che risalgono ai primi anni '90 per corruzione in relazione al pagamento di tangenti per cambiare la destinazione d'uso di un opificio al cui posto voleva far sorgere un centro commerciale.
"E' un procedimento pendente a Salerno in corte d'appello - ha spiegato De Pasquale - ma solo per dichiararne la prescrizione". Il collegio di giudici presieduto da Francesca Vitale si è ritirato in camera di consiglio e la decisione arriverà tra alcuni minuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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