La Procura cerca in due conti cifrati il «tesoro segreto» di Consorte

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Nell’inchiesta della Procura di Milano sul patrimonio occulto di Gianni Consorte spuntano società offshore, uomini d’affari delle Mauritius, misteriose finanziarie polacche di trading e una ragnatela di lussemburghesi che avrebbero triangolato compravendite di titoli per gestire le ricchezze del manager di Bologna e dei suoi collaboratori.
L’indagine sul patrimonio dell’ex presidente di Unipol decolla quando i magistrati riescono a rintracciare i dossier con le partecipazioni più delicate di Consorte e del suo braccio destro Ivano Sacchetti all’Unione Fiduciaria, società delle banche Popolari con sede in via Amedei a Milano. In particolare, sono quattro le posizioni rintracciate, riconducibili due a Consorte e due a Sacchetti. Ufficialmente, i fascicoli indicano come intestatari dei codici alfanumerici che celerebbero i nomi di clienti. Due quelli che negli ultimi giorni hanno incuriosito gli inquirenti: il C665 e il C790FS. Sarebbero entrambi di Consorte. In particolare, dalle partecipazioni contenute nel C790FS, gli inquirenti hanno meticolosamente ricostruito la gestione di quei 50 milioni che Consorte ottenne da Chicco Gnutti, nel momento d’oro dell’uscita del gruppo bresciano da Telecom, e fece rientrare in Italia grazie allo scudo fiscale nel 2001.
Dal dossier C790FS emerge un primo elenco di partecipazioni e di affari di Consorte, portati avanti tramite fiduciarie tra l’Italia e il Lussemburgo. Diverse le compravendite in esame. A iniziare dalla compravendita di titoli che la società polacca Mentor Sa, costituita nel 1994 e domiciliata in Lussemburgo in rue Val Fleuri 50, avrebbe compiuto a favore di Consorte. La Mentor Sa si sarebbe servita di un istituto di credito lussemburghese, per schermare diverse operazioni finanziarie nel Granducato, a iniziare proprio dalla vendita di obbligazioni a una finanziaria poi assorbita da Deloitte & Touche.
Tra i manager della Mentor, gli inquirenti si sono soffermati in particolare su David De Marco per capire in che termini abbia seguito o meno le operazioni sul patrimonio occulto dell’ex manager di Unipol. De Marco non è un nome qualsiasi. Indicato via via come cittadino “italiano”, “lussemburghese” o “delle isole Mauritius” in atti societari svizzeri, compare in una quarantina di finanziarie elvetiche o lussemburghesi con uffici aperti nel canton Ticino. In molte di queste società è amministratore con Bruno Beernaerts che lavora alla Deloitte, sede del Granducato. Gli investigatori della Guardia di finanza devono invece ancora approfondire gli atti riconducibili al dossier C665.
Insomma, è ancora presto per trarre conclusioni. Gli inquirenti, ad esempio, devono avviare le necessarie rogatorie internazionali per ricostruire i vari passaggi di denaro. Proprio ieri i pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti hanno preparato quella da inviare in settimana a Montecarlo sui conti indicati da Gianfranco Boni a Bertagnoli per accreditare denari destinati a Consorte e Sacchetti.
Di sicuro quei 50 milioni, giustificati come «consulenze» da Consorte nell’unico interrogatorio reso finora a Milano, sono rientrati in Italia. Somme ora libere su un conto corrente, nella disponibilità del titolare. Vengono invece smentite in Procura le voci sulla ricerca di conti esteri intestati a politici. Almeno per ora. I magistrati seguono infatti la pista che porta a parlamentari solo da pochissimi giorni. Devono essere ancora approfondite le indicazioni fornite dall’ex amministratore delegato di Bpi, Gianpiero Fiorani. Che in Procura non ha ottenuto la patente di attendibilità. Per questo nessun politico indicato da Fiorani è stato al momento iscritto nel registro degli indagati. Nemmeno per l’ipotesi più leggera di finanziamento illecito ai partiti.

Tuttavia, che Fiorani potesse contare su un «cordone sanitario» di politici, di diversi partiti politici, è accusa che si ritrova nei verbali non solo di indagati ma di numerosi testimoni sentiti in Procura. Sul fronte Consorte, le indagini sono invece a una fase ancora iniziale.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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