La procura di Roma ha ribadito ieri davanti al tribunale del riesame la sua richiesta di mandare agli arresti domiciliari il consigliere comunale capitolino Nunzio DErme e altri sei attivisti del movimento «Action», accusati di associazione per delinquere finalizzata alloccupazione di alloggi nel comune di Roma. I giudici, presieduti da Francesco Taurisano, si sono riservati di decidere su una richiesta fatta, oltre che per DErme, anche per Guido Lutrario, Giovanna Cavallo, Andrea Alzetta, Fabrizio Nizzi, Luca Blasi e Fabrizio Pagnozzi. Il tribunale del riesame è stato investito della questione delle misure cautelari dalla Corte di cassazione, che nel gennaio scorso aveva annullato con rinvio la decisione con la quale il 6 luglio del 2005 gli stessi giudici del riesame, accogliendo un ricorso del pm di Roma Salvatore Vitiello, avevano disposto gli arresti domiciliari per DErme, Lutrario, Cavallo, Alzetta e Nizzi e lobbligo di firma per Pagnozzi e Blasi. Secondo il tribunale, dietro Action si celerebbe una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alloccupazione di immobili. Al centro della vicenda cerano 25 occupazioni da parte del movimento fin dallottobre del 2002. Nelle cinquanta pagine di motivazione depositate dai giudici del riesame si affermava che «tutte le occupazioni costituiscono una sequenza di comportamenti che descrivono una matrice sociale di forte antagonismo che lede lordine pubblico e il diritto di proprietà».
Gli indagati si erano difesi sostenendo, come disse uno dei difensori, lavvocato Marco Lucentini, che «i Movimenti non sono associazioni per delinquere e non può essere contestata questa accusa in relazione a forme più o meno organizzate dal punto di vista sociale che promuovono lotte o vertenze dallaltissimo significato e interesse collettivi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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