Ipotizzano il reato di strage i magistrati che indagano sullincendio che domenica notte nello stabile di via Libero Leonardi, a Cinecittà, ha reso inagibile un palazzo di sette piano lasciando senza casa 150 famiglie. Lincartamento è affidato al pm Pierluigi Cipolla, cui è stato affiancato il pm Angelantonio Racanelli del gruppo di pm che si occupano di terrorismo. Il reato è stato contestato, contro ignoti, in quanto il fatto di per sé poteva determinare conseguenze di estrema gravità. Mentre la polizia ha già cominciato a raccogliere le testimonianze di chi è scampato alle fiamme, gli inquirenti attendono le informative tecniche sulle cause del rogo. Sulla base delle dichiarazioni rese dai condomini e dello studio dei luoghi fatto dai vigili del fuoco verrà fatta unelaborazione elettronica per verificare cosa sia successo domenica notte. Verrà simulato lincendio e inserendo nel computer i dati dellestensione del rogo si potrà accertare lintensità delle fiamme e il punto da dove sono partite. Ieri sono stati ascoltati una sessantina di inquilini, compresa Simona, la donna che aveva dichiarato di aver visto dei giovani fuggire urlando «vi ammazzeremo tutti». La sua testimonianza sarebbe stata definita «del tutto inattendibile». Sono stati intanto rilasciati i tre giovani fermati per accertamenti.
Documenti alla mano, mascherina sul viso e borsoni in spalla, intanto, gli inquilini delledificio sono tornati nei loro appartamenti solo per prendere ciò che servirà nei prossimi giorni. Dopo essere stati trasferiti in alloggi temporanei messi a disposizione dal Comune, hanno bisogno di vestiti e scarpe. La Protezione civile li aspetta davanti al numero civico 130 per registrarli e accompagnarli nelle loro case. Qualcuno è ancora in pigiama e vestaglia, qualcun altro indossa la tuta: tutti hanno il volto stanco di chi non ha dormito molto.
Ieri il capo della squadra mobile Vittorio Rizzi e il comandante provinciale dei vigili del fuoco Guido Parisi si sono incontrati per fare il punto sulle indagini.
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