La Procura indaga sui palazzi dei Tulliani

Dopo quella di Roma che indaga sulla casa di Montecarlo, un’altra procura ha messo gli occhi sul ricco patrimonio immobiliare dei Tulliani (nel cui stato di famiglia di recente si è aggiunto Gianfranco Fini). È la procura di Perugia, quella che aveva indagato sul crac della squadra di calcio presieduta da Luciano Gaucci, che fu compagno di Elisabetta Tulliani dal 1997 al 2004. Quell’inchiesta ipotizzava il reato di bancarotta fraudolenta. Il nuovo fronte che investe la famiglia del presidente della Camera nasce da quelle stesse carte e dalle recenti rivelazioni di Gaucci. L’apertura delle indagini è rivelata da Panorama nel numero in edicola oggi.
Il fascicolo è stato aperto da pochissimi giorni dal procuratore reggente Giuliano Mignini, magistrato di grande esperienza che indagò sul mostro di Firenze e più di recente sul delitto di Meredith Kercher. Il pm si è fatto affiancare dalla collega Antonella Duchini, che si era occupata del fallimento del Perugia calcio: richiamata dalle ferie dopo ferragosto, l’altro giorno era nel palazzo di giustizia del capoluogo umbro per esaminare la prima documentazione.
L’attenzione si concentra sul modo in cui Elisabetta Tulliani è entrata in possesso di case, auto, gioielli, quadri d’autore di cui Gaucci rivendica la proprietà. «Se la procura di Perugia ritiene illecito il mio patrimonio e lo ha sequestrato - aveva detto l’imprenditore a Panorama - perché non fa la stessa cosa anche con i beni che ho affidato alla mia ex compagna? O almeno perché non le chiede di dimostrare l’origine della sua ricchezza?».
I magistrati di Perugia vogliono fare luce proprio sull’origine del patrimonio che Gaucci valuta tra i 15 e i 20 milioni di euro. Esso comprende appartamenti, attici, garage e posti auto in varie zone di Roma intestati all’attuale compagna di Fini, a suo fratello Giancarlo (quello che ha in affitto la casa di Montecarlo venduta da Alleanza nazionale a società offshore) e ai loro genitori Sergio Tulliani e Francesca Frau, oltre a terreni con fabbricati e uliveti, cinque auto di lusso (Porsche, Mercedes, Audi), quote di società calcistiche di Gaucci, quadri di grandi autori (tra cui Guttuso, De Chirico, Campigli), e infine orologi, collane, bracciali.
L’elenco completo è contenuto nell’atto di citazione presentato dai legali di Gaucci contro i quattro Tulliani lo scorso ottobre. La denuncia, con relativa richiesta di restituzione, sarebbe scattata per il fastidio provocato dalle parole dell’ex fidanzata, di 34 anni più giovane. Secondo l’ex patron del Perugia, si tratta di «patrimonio intestato fiduciariamente» all’ex amante e ai suoi familiari, mentre Elisabetta sostiene di aver comprato tutto con denaro di famiglia e l’incasso di una vincita al Superenalotto (due miliardi abbondanti di lire): un colpo di fortuna misterioso che Elisabetta divise a metà con Luciano, il quale ora lo rivendica come suo. È la stessa versione che i Tulliani avevano fornito agli inquirenti quando, nell’ambito dell’inchiesta sul crac del Perugia calcio, era stata sequestrata parte di quei beni.
I Tulliani dovranno dunque dimostrare di aver pagato tutta quella enorme ricchezza con denaro proprio, altrimenti si tratterebbe di acquisti fatti da Gaucci. «Lucianone» ha già sfidato la sua ex a esibire assegni e bonifici bancari. Trattandosi di un «modello 45», l’ipotesi di reato non è ancora formulata né ci sono indagati. Le fattispecie possibili andrebbero dal concorso in bancarotta fraudolenta (se si accertasse l’«intestazione fiduciaria» tesa a sottrarre beni al patrimonio illecito di Gaucci), alla ricettazione, nel caso in cui fosse provato che i Tulliani ignoravano lo scopo occulto dei «regali» del finanziere perugino oggi settantunenne. Panorama ricorda anche che se le sue dichiarazioni non fossero riscontrate, potrebbero dare luogo a una contro-denuncia per calunnia.
La questione riguarda Gaucci, i Tulliani e quanti hanno chiesto un risarcimento dopo il crac del Perugia. Nel 2006 il gip ordinò l’arresto di sette persone per bancarotta; due anni dopo Gaucci ha patteggiato la pena (condonata dall’indulto) di tre anni di reclusione. Il suo patrimonio è sotto sequestro conservativo in attesa che siano quantificati i danni e resi esecutivi gli indennizzi.

Ma se i beni dei Tulliani fossero effettivamente un acquisto simulato con intestazione fittizia, potrebbero ricadere nel patrimonio di Gaucci e finire nella torta da spartire tra i creditori del Perugia calcio. I curatori fallimentari hanno denunciato un danno di oltre 200 milioni di euro, di cui 58 ascrivibili a Gaucci. Al momento il valore dei beni recuperati non supera i tre milioni. Bottino magrolino.

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