Cronache

In Procura la strage di volatili

Felix Lammardo

da Savona

È un caso preoccupante quello della moria di volatili alla foce del torrente Letimbro che ha messo in allarme gli ambientalisti ma, soprattutto, i savonesi. Sono un centinaio gli esemplari tra anatre, germani, gabbiani, gabbianelle e piccioni che hanno trovato la morte nell’acqua stagnante accumulatasi durante l’estate. Ora un esposto-denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica chiede con risolutezza di far luce sulle responsabilità nella vicenda chiamando direttamente in causa l’Ufficio Ambiente del Comune di Savona. Flavio Fiumara, Eleonora Pollero, Giuseppe Ficorello e il consigliere provinciale della Lega Nord Roberto Nicolick: questi i quattro firmatari dell’esposto che dicono di aver dato corso all’iniziativa per «rimuovere una situazione che ormai va avanti da anni e perché fatti di questo genere, come la moria delle ultime settimane, non accada più in futuro».
Il fenomeno non è isolato. Nel fiume Bormida, all’altezza di Cairo Montenotte, sono stati segnalati pesci morti ed il fatto è ora al vaglio degli esperti dell’Arpal, mentre altri corpi di germani privi di vita sono stati rinvenuti alla foce del torrente Sansobbia tra le due Albissole. L’Enpa aveva denunciato più volte la situazione del torrente savonese, formulando una proposta: pompare acqua di mare o scaricare acqua dolce dalla rete che passa sotto la Chiesa del Sacro Cuore nei laghetti alla foce del fiume. In un primo tempo il Comune aveva fatto aprire un varco verso il mare e svuotato gli stagni ma, solo due giorni dopo, si era di nuovo formata la diga di sabbia e di laghi.
Di recente la sezione savonese dell’Ente Nazionale Protezione Animali ha soccorso 15 volatili, tra gabbiani e germani colpiti dall’avvelenamento, sottoponendoli a urgenti visite e cure veterinarie ma, purtroppo, nessuno è sopravvissuto.

Le analisi sulle carcasse dei volatili eseguite dal medico albenganese Fabrizio Pareto indicano che il decesso è stato provocato da un virus, generato dalla tossicità degli stagni, che provoca prima la paralisi e poi la morte.

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