Prodi annuncia: tassiamo i Bot

Il premier annuncia l'aumento delle imposte su azioni e titoli di Stato. E si allungano i tempi per la riduzione del carico fiscale in busta paga

Prodi annuncia: tassiamo i Bot

Roma - I contribuenti che lamentano una perdita del potere d’acquisto dei salari dovranno tirare la cinghia almeno per altri sei mesi, se non più. Questo è l’unico risultato concreto del vertice di maggioranza (erano presenti 38 persone) voluto dalla sinistra estrema e concesso da Romano Prodi per captatio benevolentiae.
Tommaso Padoa Schioppa detta il calendario della detassazione dei salari: a fine marzo la verifica sui conti dello Stato con la Trimestrale di cassa, «i primi interventi a giugno con il bilancio d’assestamento, mentre le misure più significative verranno introdotte con la legge finanziaria del 2009». E comunque - precisa il ministro dell’Economia - «le risorse non le abbiamo ancora. Dobbiamo procurarcele con la lotta all’evasione fiscale e il contenimento della spesa». E annuncia: «Abbiamo un’evasione fiscale che raggiunge i 100 miliardi di euro. Di questi, 20 li abbiamo già recuperati, 30 rientrano nella fisiologica evasione fiscale europea; dobbiamo recuperare 50 miliardi di euro: un lavoro di dieci anni». Mauro Fabris (Udeur) dà di gomito a Franco Giordano (Prc). «Questo vuole restare al governo altri dieci anni». «Seee», fa il segretario di Rifondazione.
Prodi si rende subito conto che l’intervento di Padoa-Schioppa rischia di far naufragare il vertice. Così, mentre è ancora in corso, fa filtrare che una parte delle risorse destinate «alla riduzione del carico fiscale potranno venire dalla riforma della tassazione delle rendite finanziarie». Musica per le orecchie della Sinistra Arcobaleno. Tant’è che Paolo Ferrero chiede che l’aumento al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie sia legge entro l’estate. Ma Lamberto Dini tiene a precisare che «la partita della detassazione dei salari va tenuta distinta dalla tassazione delle rendite. E comunque non si possono tassare i Bot in circolazione: è come se lo Stato venisse meno a un contratto stipulato con i risparmiatori».
«Una cosa è certa: lì dentro - lamenta Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel pugno, area socialista, alludendo ai partecipanti del vertice - nessuno ha letto la finanziaria». «Nella finanziaria abbiamo creato anche un fondo per detassare i salari». Il problema è che la legge di bilancio dice che questo fondo può essere riempito solo con le risorse determinate dall’extragettito. Cioè, dalle maggiori entrate.
Nel 2007, però, il 65% dei «tesoretti» fiscali è stato prodotto grazie al buon andamento del pil. Quest’anno la crescita dovrebbe rallentare al di sotto dell’1,5% previsto: dicono i principali centri di ricerca. Ne consegue che difficilmente il bilancio dello Stato potrà produrre «tesoretti»; e gli eventuali extragettiti determinati dalla lotta all’evasione dovranno, in prima battuta, compensare la flessione delle entrate conseguente a un pil più basso per rispettare i saldi di quest’anno. Poi, con quel che resta, essere utilizzati per finanziare la detassazione dei salari.


Ed è per queste ragioni che il problema del recupero del potere d’acquisto non potrà trovare una prima applicazione pratica prima di sei mesi, se non più. Con buona pace per quei lavoratori dipendenti che tirano davvero la cinghia.

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