da Roma
Se andrà al governo lUnione, ai cittadini saranno chiesti sacrifici. Perché leredità lasciata dallattuale esecutivo è «difficilissima». Parola di Romano Prodi, leader dellUnione e favorito alle primarie che decideranno il candidato a premier del centrosinistra. «Sono abbastanza emiliano per non pensare a lacrime e sangue: se i sacrifici sono necessari per raggiungere degli obiettivi si debbono chiedere», ha detto lex presidente della Commissione europea nel corso di unintervista a La7. «Quelli che per dimostrare di essere forti e potenti non lo fanno - ha aggiunto il leader dellUnione riferendosi alla richiesta di sacrifici - non hanno capito niente della natura umana o della vita». Prodi ha spiegato che «governare sarà difficilissimo. Se vinco, leredità è la peggiore immaginabile: crescita zero da anni, bilancio dello Stato disastroso, unimmagine del nostro Paese allestero che è al minimo storico».
Nessuna difficoltà, invece, dagli alleati di governo. A partire da Rifondazione comunista, il partito che fece cadere il suo precedente esecutivo nel 98. «Non si vince in solitaria», ci vuole una squadra, e «Bertinotti è daccordo per il gioco di squadra, ne sono sicuro. Governare - ha aggiunto Prodi - è come allenare una squadra, devi essere metà allenatore e metà assistente sociale. Se la squadra è forte e coesa, si riesce a governare un Paese come lItalia». La strategia? «Lasciare corda lunga ai ministri: obiettivi precisi, ma senso di responsabilità per i singoli ministri».
Lex premier ed ex presidente della Commissione europea si è poi definito un politico giovane: «Io sono in politica da 10 anni. Sono un baby politico, sono giovanissimo. E sono arrivato perché ai partiti mancava la scala della professionalità». Prodi si dice poi rafforzato dallesperienza. Più che le traversie del suo primo governo a farlo cambiare in meglio è stata la difficile esperienza a Bruxelles e le critiche che gli venivano mosse dalla stampa europea, in particolare quella inglese: «Quando uno è stato massaggiato per un anno e mezzo dalla stampa britannica ti passa sopra un carro armato e non te ne accorgi».
Lintervista ha suscitato ilarità nel centrodestra. «È involontariamente spiritoso e perfino comico, se non provocatorio - ha commentato il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - a definirsi un baby politico. Lui, presidente dellIri negli anni Ottanta allepoca dei governi Craxi e prima ancora ministro dellIndustria del governo Andreotti. Non credo proprio che possa definirsi così, direi anzi che è un vecchio politico, un vecchissimo politico». Concetti simili quelli espressi dal vice ministro delle Attività produttive Adolfo Urso (An). Lazzurra Isabella Bertolini invita invece Prodi a non preoccuparsi delleredità della Cdl, perché il centrosinistra non tornerà a Palazzo Chigi.
Positivi i commenti nellUnione, in particolare di Verdi e Comunisti italiani che hanno visto nelle parole del Professore la promessa di una «discontinuità» rispetto allattuale governo.
Intanto la macchina delle primarie del centrosinistra si mette in moto.
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