Prodi dà forfeit Alla Festa dell’Unità la star è la Moratti

Il premier e D’Alema snobbano i compagni pronti a giudicare i cento giorni di governo. Mirabelli ( Ds): «Il sindaco ha coraggio»

Gianandrea Zagato

Informazione di servizio: se cercate il giorno e l’ora del comizio di Romano Prodi all’edizione 2006 della Festa dell’Unità, be’ non perdete tempo a sfogliare quelle settanta paginette dell’opuscolo dedicato alla festa. Motivo? Il presidente del Consiglio snobba i compagni. Sì, non è prevista alcuna apparizione del premier alla kermesse rossa.
Assenza che i Ds tentano di giustificare, «probabilmente partecipa solo alla festa nazionale di Pesaro», contrapponendo la presenza massiccia dei ministri del centrosinistra, con l’esclusione di Massimo D’Alema: «Nei venticinque giorni della Festa tracceremo un bilancio dei primi cento giorni d’attività del Governo sapendo che nessun governo del passato si è mai occupato così tanto di Milano». Opinione accompagnata da una certezza, dalla kermesse del Botteghino in salsa ambrosiana non è solo assente Romano Prodi ma pure il partito democratico: infatti, non c’è uno straccio di discussione sul tema, anche se il segretario provinciale Franco Mirabelli intravede «nei dibattiti la voglia di far capire cos’è il partito democratico».
Tiritera di maniera attorno «a una bella festa, significativa e interessante per aprirsi al confronto anche con il centrodestra»: riferimento a una «partecipazione di peso che fa onore al sindaco di Milano». Già, Letizia Moratti è protagonista della kermesse diessina: confronto in calendario martedì 5 settembre (spazio Coop, ore 18) sul tema «Per una grande Milano», cui partecipano Mirabelli, il presidente della Provincia Filippo Penati e il ministro delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini.
Partecipazione del primo cittadino - ma anche di assessori comunali, tra i quali Vittorio Sgarbi e Edoardo Croci - che, secondo il segretario provinciale della Quercia, non è solo «in controtendenza rispetto al passato» ma è pure «un’opportunità per aprire una collaborazione con le altre forze politiche» nell’attesa di «un riconoscimento concreto del ruolo dell’opposizione» non solo in Comune ma pure in Regione. Come dire: «Il sindaco Moratti ha accettato coraggiosamente il nostro invito a parlare della “Grande Milano” e di questo la ringraziamo perché sa che non risparmieremo le nostre critiche alle scelte della sua amministrazione» ovvero l’appuntamento del 5 settembre con il sindaco di Milano è solo un’opportunità di dialogo «nel rispetto dei ruoli» e «nella collaborazione istituzionale» che non significa rinunciare «al ruolo dell’opposizione».


E mentre si puntualizza che l’aver votato con Roberto Formigoni in consiglio regionale un documento sulle infrastrutture lombarde «non toglie il giudizio non positivo su altre proposte della giunta o sul Dpefr», i Ds meneghini ricordano che «nei prossimi tre anni non sono previste scadenze elettorali che possano infiammare gli animi». Messaggio netto e inequivocabile, come l’assenza di Prodi alla Festa dell’Unità.

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