Prodi ha un segreto: le monetine anti-abbiocco

Paolo Brusorio

da Milano

Prodi e le donne, ma soprattutto le donne e Prodi. Meglio chiarirlo subito, però, niente trucchi né pettegolezzi anche se l’autrice di «Flavia e le altre», (Marsilio, in vendita dall’8 marzo) è Monica Setta, giornalista che con il gossip ci va a nozze e che sui rumors salottieri ha costruito una carriera di successo.
Ma questo libro è un’altra cosa, le signore raccontate dalla Setta sono al fianco del leader dell’Unione a vario titolo. Una su tutte, Flavia, la moglie; poi quelle che compongono il suo staff, le compagne della politica («le magnifiche sette») e le amiche à la page della moda e dei salotti. Il risultato, scontato vista la posizione e il posizionamento delle intervistate, sono centosessantatré pagine delle quali il Professore certo non può dolersi. D’accordo o no, poco importa, perché le signore si lasciano andare e allora vai di ricordi, tic, manie e punti deboli dell’avversario di Silvio Berlusconi: un coté gustoso e godibile.
Chiara Boni, per esempio. Stilista, per cinque anni assessore alla comunicazione della Toscana e compagna di Angelo Rovati, amico e tesoriere della campagna elettorale di Prodi: è lei a svelare una delle debolezze del conducator della sinistra. I rapporti con D’Alema? La convivenza con Bertinotti e l’ala no global? La mediazione tra le sue radici cattoliche e la deriva zapaterista della coalizione? No, Prodi ha la tendenza ad addormentarsi durante le riunioni. A sentire Chiara Boni, il rischio di abbiocco è davvero reale visto che il Professore ha lavorato di fantasia per trovare l’antidoto: «Tiene in mano due monetine in modo da svegliarsi appena ne cade una», racconta la stilista che poi rassicura l’Italia che ha mandato in soffitta la pennichella: «Un giochino che non gli è mai servito perché i suoi riflessi sono quelli di un atleta». Rassicurati, si pesca ancora nelle trame della Boni. Dal quadro che Prodi teneva a Bruxelles («glielo avevamo regalato noi, lo rappresentava come fosse Cavour») alla foto ricordo con dedica dei reali del Belgio regalatale dall’amico Romano. Il motivo di simil cadeau? La stilista toscana aveva vestito la signora Flavia per l’occasione (le nozze del figlio dei reali belgi) con «un abito di velluto blu con cappotto di raso ton sur ton» che stregò Prodi tanto da volere omaggiare la Boni con la fotografia impreziosita dall’autografo dei sangue blu.
Tra le donne del Professore c’è anche Rosy Bindi («“la Rosy è cattiva, la Rosy è cattiva”, mi diceva e io ci stavo male») e gli scambi dei regali di Natale: dall’ex ministro della Sanità vino, olio, panforte e ricciarelli. In cambio, due presenti indimenticabili: la penna Parker con cui Prodi aveva firmato l’accordo che avvicinava la Russia alla Nato e un modellino d’argento di una bicicletta: «Zia, dammi la bici di Prodi» e ti sembra di vederli i pronipoti della Bindi che s’accapigliano.
Ma «le altre» sono soprattutto quelle dello staff del leader dell’opposizione.

C’è chi lo segue dai tempi dell’Iri, Kathya Tani («un giorno aprii la porta del suo ufficio e quella stanza mi sembrava piazza Maggiore da quanta gente c’era») a Daniela Flammini che svela le abitudini alimentari del Professore (insalata mista e carne di coniglio, un bicchiere di vino rosso) e la sindrome da marito abbandonato tra i fornelli: «Cuoceva bistecche e tortelli, ma poi era la moglie Flavia che spiegava come cucinare il sugo, al telefono da Bologna». Forse è anche per questo che, in caso di vittoria elettorale, la signora Flavia è pronta a trasferirsi a Palazzo Chigi.

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